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CAPOLAVORO DI STILE

A PARIGI, SVELATA LA TESTAROSSA

CAPOLAVORO DI STILE
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GTO
Testarossa
126 C4
1985
CAPOLAVORO DI STILE
1984CAPOLAVORO DI STILE
00:00
1984Bellezze insuperabili

CAPOLAVORO DI STILE

A PARIGI, SVELATA LA TESTAROSSA

Poche vetture, nella storia dell’automobile, hanno segnato un’epoca e definito nuovi concetti stilistici come la Ferrari Testarossa. Un mirabile esempio di forma al servizio all’aerodinamica, una rivoluzione nel modo di disegnare e creare una Ferrari, una supercar senza eguali nel mercato, il ritorno ad un nome glorioso come “Testarossa” anche se, per la prima volta nella storia della Casa, non viene accompagnato da un numero: ingredienti unici per una ricetta perfetta che viene svelata al Salone di Parigi nel 1984.

CAPOLAVORO DI STILE

I primi a vedere questa nuova creazione della Casa di Maranello rimangono a lungo sorpresi, sbalorditi, davanti al vestito che Pininfarina ha cucito addosso ad una meccanica di eccellenza. E’ lo stesso designer torinese a definire le linee di questa vettura come “assolute”, ed in effetti non c’è definizione più calzante. Lo stile dell’erede della 512 BBi è inconfondibile, caratterizzato da forme a cuneo che non lasciano indifferenti allo sguardo ed è frutto di attenti studi in galleria del vento. Un design che si distingue per soluzioni stilistiche originali, come la differente larghezza tra carreggiata anteriore e quella posteriore o la grigliatura delle prese d’aria laterali che vengono riprese anche nel fascione che copre i gruppi ottici posteriori, non più tondi ma rettangolari. Con la Testarossa viene così interpretato il concetto di volumi differenziati tra anteriore e posteriore della vettura, sebbene il risultato finale risulti particolarmente armonico ed unico nel suo genere. Il motivo di questa scelta è squisitamente tecnico e dimostra, ancora una volta, come per Ferrari lo stile sia al servizio delle soluzioni meccaniche. Per la Testarossa, i progettisti creano un layout “sbilanciato” sul posteriore, dove vengono collocati anche i radiatori con l’obiettivo di eliminare le condutture d’acqua calda. Pininfarina trasforma un potenziale limite in un’opportunità e crea una forma capace di convogliare il flusso proprio lungo le fiancate dove si trovano i radiatori. Per celarli alla vista, il carrozziere inventa il tratto iconico delle alette orizzontali che si inseriscono armoniosamente nelle forme tridimensionali della coda.

Non è solo lo stile a lasciare senza parole. La meccanica, infatti, non è da meno. Il propulsore, il più potente installato su di un’auto sportiva di serie, è un 12 cilindri boxer derivato direttamente dal motore di Formula 1: eroga 390 cavalli che spingono la Testarossa ad oltre 290 chilometri orari. Per la prima volta, sono 4 le valvole per ogni cilindro. Anche dal punto di vista telaistico questa vettura rappresenta l’eccellenza, grazie ad un traliccio di tubi al cromomolibdeno che garantiscono robustezza e rigidezza torsionale ai vertici.

Per presentare in grande stile questa vettura, alla vigilia del Salone di Parigi il concessionario francese Charles Pozzi affitta il famoso locale Lido sugli Champs-Elysèes. Gli invitati possono accedere all’evento solo attraverso l’esibizione di una tessera magnetica con il logo del nuovo modello e il marchio del Cavallino. L’unica ad essere rimasta intatta è la numero 0001, riservata ad Enzo Ferrari, che non la utilizza.

CAPOLAVORO DI STILE

I capolavori del 1984