La Temporada Sudamericana è stata per anni l’appendice di fine stagione del Mondiale di F1, da disputarsi a dicembre su quattro prove, quando nell’emisfero sud del Mondo è estate. I motivi di tanto interesse da parte dei costruttori sono sempre i medesimi.
Gli ingaggi, i montepremi, la possibilità di vendere auto, motori, ricambi, specialmente finita la stagione, quando servono capitali per realizzare le nuove vetture in vista dell’annata successiva. La Temporada nasce quando l’Automobile Club Argentino invita i piloti europei a disputare un campionato che prevede prove in Argentina ma non solo, anche in Cile, Uruguay e Brasile. Lo stesso ACA acquista vetture da destinare ai giovani telanti locali. Il primo di questa sorta di “migrazione” a sud di fine stagione è il 1947. Al governo in Argentina c’è il Generale Juan Domingo Peron, appassionato di corse e prodigo finanziatore. La Scuderia Ferrari partecipa per la prima volta nel 1948. Nel corso degli anni in funzione delle vicissitudini politiche la Temporada viene sospesa, per poi rinascere grazie a Juan Manuel Fangio e, quasi venti anni più tardi, per merito della compagnia petrolifera nazionale, quando viene organizzata di nuovo nel 1968. La Temporada è basata su quattro prove, riservate a vetture di Formula 2. La Scuderia Ferrari presenta due Dino 166 per Ernesto “Tino” Brambilla e Andrea De Adamich. Il parco partenti comprende venticinque piloti di alto livello, alcuni già con presenze in F1, tra i quali Jochen Rindt, Clay Regazzoni, Jean-Pierre Beltoise, Jo Siffert, Slvio Moser, Pedro Rodriguez, al volante di Tecno, Matra, Brabham, Lotus. La Dino 166 F2 nasce nel 1967 ed effettua una sola corsa con Jonathan Williams a Rouen. Viene omologata grazie all’accordo con Fiat che consente di produrre 500 motori per le Dino stradali con marchio Fiat e Ferrari. Il motore V6 ha una cilindrata di 1.596 cc ed eroga 200 CV.
Nel 1968 la Ferrari disputa diverse gare, incluse quelle dell’Europeo e nel finale di stagione con Brambilla ottiene un secondo posto e due vittorie. E’ proprio Brambilla a portare al successo, ad Hockenheim e poi a Vallelunga, questa vettura tanto cara a Enzo, per via del motore sul quale aveva lavorato il figlio Dino. In queste due gare Brambilla stabilisce anche il giro più veloce mentre a Roma centra anche la pole position. De Adamich è secondo a Vallelunga mentre il terzo pilota Derek Bell sale sul gradino più basso del podio a Hockenheim e scatta in pole a Zandvoort, dove ottiene il giro più veloce ex aequo con Brambilla.. Durante la stagione, in gare non valide per l’Europeo, la vettura è portata in pista anche da Jacky Ickx, Chris Amon, Brian Redman, Giancarlo Baghetti e Mario Casoni. Forti delle buone prestazioni globali, a Maranello decidono di mandare i due piloti italiani alla Temporada. Brambilla s’impone subito a Buenos Aires, stabilendo anche il giro più veloce, davanti al compagno di colori. Nelle prove successive l’inerzia cambia a favore di De Adamich, che vince due corse. A Cordoba e San Juan, con pole nella prima. Per la vittoria finale è lotta tra lui e Rindt, dato che Brambilla è attardato in classifica da due ritiri. Il monzese nell’ultima prova stabilisce pole e giro veloce, ma il successo va a Piers Courage su Brabham.
A De Adamich tuttavia basta il 5° posto per vincere la Temporada, mentre Brambilla è quarto in classifica finale. Con i loro risultati la Ferrari vince tra i Costruttori. La Dino 166 F2 sarà convertita in seguito nella Dino 246 Tasmania per la Tasman Cup, che vincerà con Amon nel 1969.