“Pensa a 4 alberi a camme che girano 4300 volte al minuto. Immagina 60 valvole che si aprono 70 volte al secondo e 12 pistoni che vanno su e giù a velocità fulminea. E ora immagina di essere lì, insieme al nostro olio, e pensa a quali fatiche deve sopportare. Al massimo della potenza, ogni movimento dei pistoni della Ferrari F50 rovescia un carico di 4 tonnellate sulle bronzine e tutto quello che protegge queste ultime dalla distruzione istantanea è una sottilissima pellicola di lubrificante. Perché Ferrari si fida solo di Shell Helix Ultra? Perché, proprio come il motore della F50, Shell Helix Ultra nasce dalla tecnologia della Formula 1”.
La discendenza diretta tra la Ferrari F50 e la Formula 1 non trascende solamente i confini tecnologici, ma anche quelli della comunicazione come riporta il testo della pubblicità dello storico fornitore di lubrificanti di Maranello dedicata al gruppo motopropulsore della F50. Nata per celebrare i cinquant’anni di attività della Scuderia Ferrari e presentata al Salone di Ginevra, questa vettura rappresenta una vera e propria Formula 1 stradale. La derivazione dalle monoposto della massima formula non si limita al propulsore, quel 12 cilindri che equipaggia le 640 e le 641 portate in gara da Nigel Mansell ed Alain Prost, anche se con una cilindrata aumentata da 3500 a 4698 cc, ma all’intero concept della vettura. Il gruppo motore, proprio come nelle monoposto, ha una funzione portante e ad esso vengono ancorate le sospensioni posteriori push-rod, con uno schema analogo a quello della Formula 1. Le sospensioni anteriori, fissate al telaio in fibra di carbonio, si ispirano a quelle della 126 C degli anni 80. E proprio come su una vettura di Formula 1, il serbatoio dell’olio per l’impianto a carter secco è ricavato da un’unica fusione insieme alla scatola della frizione. Anche l’utilizzo di materiali d’avanguardia tradisce lo stretto legame con le regine della massima formula. Per la F50 gli ingegneri hanno fatto ricorso al carbonio, al titanio per le bielle e i mozzi anteriori fino alle leghe leggere di alluminio e magnesio, impiegato anche per i cerchi delle ruote. I mozzi posteriori, invece, traggono vantaggio da una soluzione inventata e brevettata da Ferrari per le sue monoposto che permette di ridurre le perdite di potenza. Lo stile della vettura, firmato ancora una volta da Pininfarina, è stato deliberato dopo 2000 ore di studio in galleria del vento ed unisce soluzioni estetiche iconiche a necessità tecniche ed aerodinamiche. Proprio in questo settore la F50 marca la differenza con le avversarie dell’epoca.
Il fondo scocca crea un carico verticale in gradi di garantire un’aderenza al suolo eccezionale con accelerazioni laterali fino a 1,4 G, molto vicine a quelle di una Formula 1. Ad aumentare il grip della vettura contribuiscono gli pneumatici Goodyear Fiorano sviluppati appositamente per la F50.