La prima volta non si scorda mai. Il primo giorno di scuola, il primo bacio, il primo lavoro. È qualcosa che ci si porta sempre dentro.
La prima volta non si scorda mai. Il primo giorno di scuola, il primo bacio, il primo lavoro. È qualcosa che ci si porta sempre dentro. E spesso è un dolce ricordo. Come nel caso della Ferrari e della sua prima vittoria datata 1947, e ottenuta con la 125 S. La prima pietra di una storia sportiva senza eguali: quella della scuderia che vanta il maggior numero di successi nella storia della Formula 1. La genesi di quella prima vittoria affonda le radici a metà del 1945, quando Enzo Ferrari incarica Gioachino Colombo di progettare una macchina del tutto innovativa. Lo scopo? Battere le Alfa Romeo, che Ferrari conosce bene visti i trascorsi con la Casa milanese, quando prima come pilota e poi come capo in pista aveva raccolto tanti successi negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale. Il cuore della macchina, per Enzo Ferrari, è sempre stato il motore. Da qui l’attenzione massima nella sua definizione già in questo primo progetto: la scelta cade su un’architettura 12 cilindri, indispensabile per ottenere grandi prestazioni. La sigla indicativa del motore, 125, rappresenta la cilindrata unitaria: moltiplicando 125 per 12, il risultato è la cilindrata effettiva del motore, ovvero soli 1.500 cm3.
Passano i mesi, fervono i lavori per la costruzione del motore, con passaggio di consegne a livello progettuale tra Gioachino Colombo e Giuseppe Busso, coadiuvato da Luigi Bazzi nella messa a punto, con potenze sempre crescenti al banco prova: si arriverà alla soglia dei 120 cv a 6.800 giri/min. Nel frattempo la Gilco di Milano, una ditta specializzata nella lavorazione di tubi di acciaio ad alta resistenza per l’industria aeronautica, realizza un telaio tubolare.
Rigido ma leggero, come richiesto da Ferrari, grazie a una struttura formata da due longheroni unita da una crociera centrale in forma di X e realizzata in tubi di sezione ovale. Il 12 marzo 1947 un boato sconvolge la campagna tra Maranello e Formigine: la 125, ancora senza carrozzeria, è stata accesa e l’avventura Ferrari è cominciata. Due mesi più tardi, l’11 maggio 1947, è il giorno del debutto in pista sul Circuito di Piacenza: la 125 S, con la S che indica la carrozzeria di tipo Sport, vede al volante Franco Cortese. Le vetture iscritte sono due, perché è presente anche una 125 C (contraddistinta da una carrozzeria a sigaro, ma identica nella meccanica) per Nino Farina. Solo che il pilota torinese, insoddisfatto della vettura che gli era stata assegnata, pretende di avere quella del compagno. Al no di Ferrari, non si presenta al via…
La 125 S di Cortese è in testa alla corsa quando è costretta al ritiro per un guasto alla pompa della benzina… Un “insuccesso promettente”. Così Enzo Ferrari definisce quel debutto. Ma l’insuccesso durò giusto lo spazio di nove giorni: il 20 maggio 1947, nel Gran Premio di Roma, su un circuito ricavato sui viali intorno alle Terme di Caracalla. Franco Cortese porta la 125 S al successo, completando 40 giri per complessivi 137,6 chilometri alla media di 88,5 km/h. È la prima delle sei vittorie ottenute nel 1947 tra cui spicca anche quella di Parma con Tazio Nuvolari al volante.