Per limitare la potenza dei motori, la Federazione fissava a 220 litri il limite di capacità dei serbatoi, con divieto di rifornimento benzina in gara. Una scelta che diede il via a un’incredibile corsa nella ricerca nel campo dei carburanti – e dei lubrificanti – con conseguente aumento dei costi. Alla corte di Maranello, 11 anni dopo Arturio Merzario, tornava invece un italiano: Michele Alboreto, scoperto da Ken Tyrrell, affiancava così René Arnoux. In una stagione in cui i ferraristi vennero messi a dura prova da troppi inconvenienti, la Scuderia terminava il Mondiale con un poco positivo – considerato il potenziale mostrato dalla 126 C4 – secondo posto nel Mondiale Costruttori alle spalle della McLaren, le cui monoposto con motori turbo TAG vinsero 12 gare su 16, e i suoi piloti Niki Lauda e Alain Prost a spartirsi rispettivamente il titolo di Campione e vice-Campione del Mondo Piloti per mezzo punto di differenza.