Sono passate tre settimane dal trionfo di Giuseppe Farina con la Ferrari in Germania e nel Gran Premio di Svizzera tutti si aspettano la chiusura dei giochi per il titolo mondiale. Ad Alberto Ascari basta arrivare nei primi cinque della classifica per confermarsi campione del mondo. Si gareggia sul circuito di Bremgarten, un grande parco situato alla periferia di Berna. Il tracciato, della lunghezza di 7,28 km, non ha un vero e proprio rettilineo ma una serie di semicurve molto rapide intervallate da tre curve decisamente più impegnative.
In qualifica a dettare il passo é l’argentino Juan Manuel Fangio , con la Maserati, che in 2’40”1 ottiene la pole position precedendo la Ferrari di Ascari di sei decimi e l’altra 500 di Farina di due secondi e mezzo. Faticano di più gli altri due alfieri della Scuderia, Luigi Villoresi e Mike Hawthorn , che in griglia di partenza si devono schierare in sesta e settima posizione.
Alla partenza lo scatto migliore è quello di Ascari che si mette davanti a tutti, mentre Farina sbaglia la procedura e si avvia al rallentatore perdendo svariate posizioni. Al settimo giro Ascari conduce davanti a Fangio, Hawthorn, autore di un grande spunto al via, Onofre Marimon e Felice Bonetto con le Maserati e Farina che sta rimontando furiosamente.
All’ottavo passaggio Fangio comincia ad avvertire problemi al cambio e perde terreno dal leader della corsa, al punto che poco dopo la squadra decide di fermare Bonetto e affidare la sua vettura al campione argentino. Questo permette a Farina, che nel frattempo ha superato Marimon e Villoresi, di riportarsi in terza posizione.
Al giro 29 Fangio alza bandiera bianca con il motore in fumo mentre Ascari è al comando davanti a Farina. Terzo è Marimon, che con una manovra al limite del regolamento è riuscito a mettere le ruote della sua Maserati davanti a quelle della Ferrari di Hawthorn. Alla tornata 39, sulla 500 del leader della corsa si presentano dei problemi di alimentazione che costringono Ascari ai box per un controllo.
I meccanici della Scuderia Ferrari sono come al solito efficientissimi e il problema viene rapidamente risolto. Ascari rientra in pista in quarta posizione dietro a Farina, Marimon e Hawthorn, ma sette giri più tardi anche il motore della seconda Maserati cede di schianto lasciando le Ferrari ai primi tre posti. Tutto sembra filare per il meglio, Ascari ha il titolo in tasca e dal box viene esposto un cartello che invita il leader del Mondiale ad abbassare il ritmo.
Ascari però, frustrato per essere stato frenato da un inconveniente tecnico mentre stava dominando, decide di voler vincere il titolo in grande stile e nel finale va a sorpassare sia Hawthorn che Farina il quale transita sotto la bandiera a scacchi staccato di un minuto e 13 secondi. Per Ascari è l’apoteosi: centra vittoria, giro veloce e, quel che più conta, il titolo mondiale con una gara d’anticipo.
Per l’italiano è il successo numero 13 in Formula 1, tutti ottenuti con la Scuderia Ferrari. È il primo a riuscire a riconfermarsi campione e in quel momento nessuno ha vinto quanto lui nella massima categoria. È il terzo trionfo di un pilota italiano in quattro anni di esistenza del campionato del mondo. Sarà anche l’ultima, almeno fino a questo momento. Alberto Ascari al rientro nella sua Milano viene celebrato come un eroe, l’Italia è in festa e la Scuderia Ferrari ha scritto un’altra pagina della sua straordinaria storia.