“L'adattamento a Le Mans è simile a quello per un'altra pista. Certo Le Mans è sicuramente più lunga, con più curve e rettilinei, però alla fine ti adatti come ad un'altra pista ...soprattutto se già la conosci. Ricordo la prima volta che ho corso a Le Mans quanto era difficile ricordarsi tutti i punti ma adesso che la conosco, al mio terzo anno, è abbastanza semplice. Poi lavoriamo tanto al simulatore prima e quello ti aiuta tantissimo”.
“Sono davvero infiniti e a volte ti capita di avere dei pensieri, perché è così lungo che può capitare di deconcentrarsi. E’ importante riprendere l’attenzione; ovviamente quando iniziano le curve rientri nel tuo mood di gara”.
“Sì, diciamo che le condizioni climatiche sono una bella variabile a Le Mans. Negli ultimi due anni abbiamo avuto condizioni di pioggia durante la notte e questo è un fattore difficile da gestire: non riesci mai a capire quant'acqua c'è in pista, quanta pioggia sta scendendo e questo non aiuta. Ho un ricordo del 2018, invece, di una Le Mans completamente asciutta ed è stato tutto più facile”.
“Le Mans è una pista strana, dove hai bisogno di una vettura molto scarica di aerodinamica però non troppo bassa perché comunque sei in un circuito diciamo cittadino e quindi i rettilinei sono abbastanza pieni di bumps. Quindi non puoi abbassare molto la vettura ma devi trovare il giusto compromesso di carico aerodinamico e altezza da terra della macchina”.
“Sia nel 2023 che nel 2024 avete avuto dei pit stop nell'ultimo stint da gestire. Più che altro ci sono tanti pit stop e non sbagliare niente incide tanto sulla gara perché puoi perdere dei secondi importanti e uscire dietro o davanti a un avversario. Quindi l’importante è non fare errori e decidere la gomma giusta”.
“E’ vero, però essendo una pista molto lunga, questo ti consente di diluire il traffico. Non è ad esempio come a Imola, che quando trovi delle macchine davanti per 4-5 curve rimani bloccato. A Le Mans hai tanti rettilinei lunghi per sorpassare. Ovviamente la notte è tutto più complesso perchè siamo tutti un po' più stanchi, inizia a calare un po' la concentrazione e anche il traffico inizia a diventare più difficile da gestire”.
“Sicuramente Le Mans è una di queste; in Hypercar sicuramente è la mia pista preferita insieme a Spa”.
“La vittoria nel 2023 era inaspettata e quello l’ha resa ancora più bella. Nessuno si aspettava di finire una 24 Ore e di vincere, quindi è stato tutto davvero sorprendente. Io non ho seguito la gara fino all'ultima ora e quando ho scoperto che eravamo ancora primi è stato uno dei momenti più belli. In realtà anche più brutti perché l'ultima ora è stata lunghissima, ma una delle più belle della mia vita”.
“E’ stata una sensazione stranissima, ma bellissima. Ho anche rischiato di cadere a un certo punto perché quando Ale ci ha preso poi ha dovuto fare una manovra per ritornare in pit lane in senso contrario e non me l'aspettavo. E’ stato incredibile anche aspettare Ale con James sul rettilineo prima che arrivasse, davanti alla gente che urlava Forza Ferrari, mentre vedevi tutto rosso e le bandiere italiane: è stato bellissimo”.
“La scelta di quando fare il pit stop dipende ovviamente dall’andamento della gara, dalla presenza di Safety Car e da tanti altri fattori. Ci sono varie strategie e differenti pit stop: ad esempio con la sostituzione degli pneumatici oppure senza cambiarli, con solo rifornimento di benzina”.
“Anche in questo caso bisogna distinguere da gara a gara, dal tipo di circuito. Quindi ogni circuito è differente dagli altri, anche se la tecnica di guida è più o meno sempre la stessa. Sono abituato a non cambiare molto. Non mi riferisco al tipo di tracciato ma piuttosto a quando sto spingendo, in termini di usura delle gomme. È difficile rispondere e individuare una tecnica di guida per tracciati con curve veloci e a bassa velocità perché la maggior parte dei circuiti presenta entrambe le situazioni”.
“Il modo in cui gestiamo il carburante dipende anche dall’andamento della gara. Se occorre, spingiamo al massimo mentre altre volte cerchiamo di salvaguardare il consumo. Ovviamente dipende dalla strategia che si decide di utilizzare, dall’evolversi della corsa, da quante bandiere gialle vengono esposte oppure se la gara procede senza interruzioni. Ad essere sincero, mi piacciono tutte queste situazioni”.
“Come abbiamo visto l'anno scorso, a Le Mans abbiamo avuto molte fasi di tempo imprevedibile. A un certo punto non pioveva, poi riprendeva a piovere. In un tracciato come quello de La Sarthe, che è così lungo, può accadere che ci sia pioggia in un tratto, mentre in altri la pista è asciutta. Quindi il tempo influisce sempre molto sulla strategia”.
“Ci sono settori più lenti come Arnage ed altri velocissimi come l’uscita da Indianapolis e Porsche. Quindi, in generale, la gestione del traffico è importante, ma non così cruciale come in altri circuiti”.
“Se si ripete le situazione quest'anno, sappiamo di poter essere veloci e di poter risparmiare molto nello stesso tempo”.
“È stato incredibile. Ma onestamente, quando tagli il traguardo, l'unica cosa a cui pensi è il tuo team, i tuoi compagni di squadra, la tua famiglia, tutti quelli che ti hanno aiutato ad arrivare fino a quel momento. Ma, ovviamente, salire sul gradino più alto del podio è qualcosa che ricorderò per sempre. È speciale quel posto che hai sempre visto in TV. E poi, un giorno, sei finalmente lì e ti rendi conto che ce l'hai fatta”.
"É vero che Le Mans è una pista lunga, dove hai molte curve ad alta velocità, ma hai anche delle curve a bassa velocità. Quindi è importante avere una macchina ben bilanciata sia per l'high speed che per il low speed. Soprattutto durante la gara le condizioni cambiano tantissimo perché parti con il sole, vai durante la notte e poi finisci con il sole. Quindi devi trovare un compromesso che vada bene per tutte le 24 Ore, anche se a volte non è facile."
“La scelta delle gomme più che alle caratteristiche della pista cambia in base alla temperatura che abbiamo durante la gara o durante le prove libere. In base alla temperatura abbiamo un working range della gomma, della soft, della medium e della hard che cerchiamo di sfruttare al meglio in quelle condizioni. Dopo ovviamente ci sono delle piste dove l'asse anteriore e l'asse posteriore possono soffrire un po' di più il degrado; quindi, da lì cerchi di capire come gestire più possibile la gomma durante lo stint”.
“Se prendiamo Le Mans è fondamentale l'aiuto del team, del muretto, perché la pista è talmente lunga che non sai mai cosa succede dall'altra parte. Lo scorso anno è stato un buon esempio e penso che in quella fase siamo stati molto bravi, anche prendendo dei rischi magari a rimanere fuori con le slick mentre in alcuni punti pioveva. Però la pioggia è durata poco, quindi abbiamo evitato di fare un pit stop prendendo il rischio di rimanere fuori con le slick. In quel caso ha funzionato. Mi ricordo che durante la notte siamo rientrati a mettere le rain mentre altri sono rimasti fuori; quindi, in certe situazioni penso che sia fondamentale l'aiuto e il supporto della squadra, soprattutto in piste lunghe come Le Mans”.
“Nel momento in cui cambiano le condizioni durante la gara cerco di adattarmi più velocemente possibile e soprattutto cerco di capire quale gomma può adattarsi meglio. Quindi penso che la parte più difficile sia quando si fa il cambio tra le rain e le slick, dove non è semplice capire il momento esatto in cui fare il passaggio. Avviene il tutto grazie al feeling sul momento e all’esperienza. Capire quando è il momento di cambiare la gomma in alcuni casi può fare una grossa differenza”.
“Normalmente abbiamo una nostra base di partenza che decidiamo nei test prima della stagione e da quella facciamo piccoli cambiamenti senza mai stravolgere la vettura, anche perché durante il race weekend il tempo a disposizione non è tanto e siamo in 3 piloti; quindi, dobbiamo avere la possibilità tutti e tre di provare la macchina. Quindi cerchiamo più di adattarci al comportamento della macchina e magari fare solo dei piccoli cambiamenti. Penso che una cosa che ci sta aiutando tantissimo in questi due anni è il lavoro al simulatore, perché riusciamo ad avere ottime correlazioni con l’esperienza in pista e anche in fase di preparazione al weekend proviamo tante cose al simulatore. Tante volte, soprattutto nelle ultime gare, la base che abbiamo al simulatore è quella che portiamo in pista; quindi, questo penso che sia un punto di forza in questo momento. Abbiamo investito tanto sia come tempo che come parte economica e secondo me adesso stiamo vedendo i frutti”.
“Dipende molto se sei in auto oppure se sei nel box. In ogni modo cerchi di mantenere la calma. Quando ti trovi ai box continui a guardare il tempo e il conto alla rovescia, mentre quando sei in vettura sei concentrato sulla guida e a tenere il ritmo, cercando di non commettere grossi errori”.
“L’esperienza maturata negli anni ti aiuta tantissimo a gestire questo aspetto. Non è molto difficile in quanto abbiamo disputato varie volte gare di 24 ore. Quindi hai già la consapevolezza di cosa accade in qualsiasi momento e pertanto facciamo le stesse cose. È la soluzione migliore per mantenere la calma e affrontare la gara”.
“Penso che sia più impegnativo dal punto di vista mentale che fisico, perché la tensione è molto alta ed è un aspetto difficile da gestire. Ad ogni modo, devi essere in forma e il fisico deve essere preparato ad affrontare questi sforzi. Ma direi che l'aspetto mentale è il più importante in questo tipo di gare”.
“Credo che tutti e tre siamo molto competitivi, altrimenti non saremmo qui. Tutti lottiamo per lo stesso obiettivo quindi dobbiamo dare il massimo insieme. È fondamentale per la nostra squadra”.
“Sì, certo. Questo è un classico...”.
“Fin dalle prime gare, al momento di entrare in vettura ho sempre indossato prima la scarpa destra dell’altra e il guanto sinistro. Quindi, questo potrebbe essere un rituale”.
“Credo che il miglior modo per recuperare sia stare con la famiglia. Fare cose diverse quando si è a casa. E fare sport”.
“Dovete sostenerci perché il vostro aiuto è molto importante. Non dovete solo sostenerci ma anche divertirvi con noi. Da parte nostra cercheremo di dare il massimo”.
“Siamo tutti piloti professionisti, possiamo guidare di giorno, di notte, sul bagnato. Naturalmente se c'è una situazione particolare in cui un pilota non vuole guidare in una certa condizione può dire qualcosa, ma altrimenti è l'ingegnere a decidere. L’ingegnere decide in base alla situazione della gara e al tempo di guida, quindi siamo sempre flessibili”.
“Sì, è capitato. È stato il caso della 6 Ore di Austin lo scorso anno dove abbiamo avuto un problema con la pressione degli pneumatici, con Robert Kubica alla partenza, e siamo stati costretti ad utilizzare due gomme extra. Questo ha portato, durante il mio stint, ad avere due pneumatici nuovi in meno rispetto a tutte le altre vetture e siamo stati costretti ad usare una mescola più dura rispetto alle medie utilizzate dagli avversari. Le dure avevano meno grip, ma questa situazione ci ha favorito, permettendoci di affrontare un doppio stint con gli stessi pneumatici, mantenendo un buon ritmo e vincere la gara. Penso che a volte accadano incidenti o situazioni indesiderate, ma bisogna adattarsi rapidamente. Alla fine, tutti i sacrifici sono necessari per vincere una gara e questo è il modo in cui siamo riusciti a farlo l'anno scorso”.
“La gara più impegnativa dal punto di vista fisico e mentale per me è sicuramente Le Mans, anche perché non ho mai partecipato ad altre gare di 24 ore. È una corsa molto impegnativa, innanzitutto dal punto di vista fisico, perché bisogna guidare in media otto ore per pilota e poi devi riuscire a riposare adeguatamente tra uno stint e l'altro. Inoltre, bisogna affrontare le condizioni meteo che possono cambiare continuamente. Occorre essere sempre pronti a gestire gli pneumatici e le varie situazioni: se vuoi assumerti rischi e andare subito forte devi mettere in conto che la vettura si possa danneggiare o avere penalità, mentre se vuoi essere conservativo devi riuscire a restare nelle posizioni di testa nella seconda parte della mattina per avere le chance di ottenere una vittoria”.
“Conosco molto bene Robert Kubica, perché corriamo insieme da tre anni e quando ci alleniamo in bici lui è molto competitivo. Un pilota vuole sempre arrivare primo ed è divertente quando ci sfidiamo per vedere chi fa il tempo migliore. Penso che sia bello avere queste interazioni tra compagni di squadra e naturalmente ci confrontiamo anche sui dati, sui video, solo per migliorarci, senza cercare di batterci davvero, ma cercando di aiutarci a vicenda”.
“Sì, credo che faccia parte del gioco. Ci divertiamo e scherziamo. È bello avere una buona atmosfera di squadra e soprattutto nelle situazioni difficili bisogna restare positivi”.
“Prima della gara cerco sempre di visualizzare nella mia testa le possibili situazioni che potrebbero verificarsi. Per esempio, quando esco dai box con gomme fredde, devo capire dove e come affrontare la frenata per difendere la posizione dagli attacchi di un avversario che arriva con pneumatici già in temperatura. Per il resto non faccio nulla di speciale”.
“Quando vinciamo una gara è sempre bello avere questa sensazione positiva dopo il traguardo. Si può passare l'intera giornata su Instagram apprezzando tutti i messaggi di congratulazioni. Al contrario, se commetti un errore o hai un problema durante la corsa sei ovviamente deluso. È importante tenere la testa alta e cercare soluzioni per la corsa successiva. Nel campionato mondiale è importante essere costanti. Non è sufficiente vincere una gara per essere in testa al campionato, quindi è sempre importante rimanere concentrati, perché fino all’ultimo round della stagione non saprai mai come finirai nella classifica”.
“Nel campionato FIA WEC, il mio momento di maggior orgoglio è stato chiaramente la vittoria ad Austin: il primo successo dopo essere entrato nella famiglia del Cavallino Rampante. Risultato che è arrivato nello stesso giorno in cui Charles (Leclerc, ndr) ha vinto a Monza con la Ferrari in Formula 1. La Casa di Maranello nello stesso giorno ha potuto festeggiare in due campionati del mondo diversi. E far parte di questa storia è sicuramente un'enorme soddisfazione”.