Ferrari logo

    Open Mic: Brian Davis

    Maranello 11 maggio 2020

    Il Ferrari Challenge North America sbarca su “Open Mic” con la gradita presenza di Brian Davis, uno dei piloti emergenti del Trofeo Pirelli AM a cui è approdato dopo appena 21 gare disputate nel monomarca del Cavallino Rampante. Il portacolori di Ferrari of Palm Beach è stato autore di una progressione notevole dopo il suo debutto, avvenuto a Laguna Seca nel 2018, occasione in cui concluse al nono posto la gara d’esordio al volante della 458 Challenge Evo. Al microfono di Dave Richardson, voce ufficiale del campionato, Davis racconta la sua vita dentro e fuori i circuiti e il suo rapporto speciale con la Casa di Maranello.

    Nel mondo Ferrari”, spiega Brian in uno dei passaggi dell’intervista, “la parola ‘passione’ è una di quelle che si sente davvero spesso tanto da pensare che se ne abusi. In realtà, iniziando a viverlo, a conoscerlo, si capisce che il termine è quello più appropriato perché descrive nel modo migliore quello che muove le persone che lavorano per questo brand”.

    Un rapporto, quello con Ferrari, iniziato con la partecipazione al Corso Pilota, una delle scuole più formative per quanto riguarda il pilotaggio anche negli Stati Uniti. “Mia moglie mi regalò un corso di guida sportiva e da quel momento iniziai a frequentare le scuole di pilotaggio. Mi ritrovavo spesso ad essere il più veloce anche all’interno di gruppi nutriti. Così frequentai corsi sempre più specializzati fino a quando mi venne consigliato di prendere parte al Corso Pilota Ferrari perché è uno dei migliori al mondo e se un pilota vuole fare il salto di qualità in termini di guida, allora quello è il corso da seguire”. Strutture, didattica, istruttori sono in grado di fare la differenza, come ha potuto constatare l’americano. “Nel Corso Pilota Ferrari tutto è davvero incredibile, a partire dal curriculum degli istruttori che possono vantare successi a Le Mans o nei campionati GT più importanti. Il programma, i circuiti e tutto il pacchetto offerto ti permette di iniziare con il passo giusto la propria carriera agonistica”.

    Una carriera che Davis ha avuto modo di mettere a frutto nel Ferrari Challenge North America, venendo promosso in tre occasioni alla classe superiore, grazie ai risultati e alla qualità del pilotaggio espresso. Nonostante questo, Brian rimane con i piedi a terra, consapevole del grande lavoro necessario per esprimersi ad alti livelli. “Io non sono un pilota professionista. Sono una persona molto fortunata che può guidare macchine da corsa. C’è un elemento comune tra i piloti che partecipano al Challenge ed è la qualità, si percepisce. Persone con età diverse, culture diverse, ma di livello alto per quanto riguarda il pilotaggio. Mi preparo moltissimo perché il segreto per vincere è che non ci siano segreti. Non si può trascurare nulla, dalla preparazione fisica all’alimentazione, dalla messa a punto della vettura alla conoscenza del tracciato.

    Sono stato promosso di tre categorie in un anno e, a Road Atlanta, sono riuscito a conquistare due secondi posti nella gara del Trofeo Pirelli Am. C’è davvero molta differenza tra me e i piloti che competono abitualmente in questa classe, dunque devo lavorare ed impegnarmi il doppio per riuscire ad essere al loro livello. Partecipiamo per vincere, ogni volta che scendiamo in pista, indipendentemente da chi ci troviamo ad affrontare”.

    Il successo nasce dai dettagli e dalla grande concentrazione, dote che non difetta a Davis. “Sono sempre molto concentrato in griglia, anche se cerco di togliere un po’ di pressione prima della gara. Tuttavia,  a me serve l’intensità e la concentrazione per riuscire ad essere pronto sin dalle frazioni di secondo immediatamente precedenti il semaforo verde e a dare il meglio di me”.

    Oltre che per le prestazioni, Davis attira l’attenzione su di sé anche per la particolare scelta cromatica dedicata ai cerchi della sua vettura. “Normalmente corriamo con i cerchi neri, ma trovo più divertente cambiare colore alle ruote creando anche delle distonie rispetto al tema generale della livrea” come fatto a Sebring, una delle piste che il pilota di Ferrari of Palm Beach apprezza particolarmente.

    Mi piacciono i circuiti veloci come Cota e Sebring. Ovviamente mi piace anche Laguna Seca perché è la mia pista di casa ed è tanto divertente quanto tecnica, impreziosita da punti come il Corkscrew [la chicane in discesa nota come ‘Cavatappi’, n.d.R.] che sono fantastici. Tuttavia devo ammettere che la pista che amo di più è il Mugello. È incredibile anche se forse è più famosa per le moto. La velocità e il ritmo che il circuito impone sono davvero quanto di meglio il pilota possa chiedere e si addicono molto al mio stile di guida”.

    Un altro degli autodromi su cui Davis attende impaziente di girare con la 488 Challenge Evo è quello di Abu Dhabi, che ospiterà le Finali Mondiali. “Non vedo l’ora di andare ad Abu Dhabi per questo appuntamento. Sto già studiando la mappa della pista perché non l’ho mai affrontata ma è una gara che attendo con trepidazione”, un po’ come i normali weekend di gara della serie nord americana del monomarca del Cavallino Rampante che, sottolinea Brian, sono unici. “Gli eventi sono spettacolari, tutto è semplicemente incredibile e non ci si annoia mai del Ferrari Challenge”.

    Potete rivedere l’intervista integrale in lingua inglese nel video sottostante.