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    Behind the scenes: Antonello Coletta e Corse Clienti

    Maranello 09 settembre 2020

    Alla vigilia dei Ferrari Racing Days a Spa-Francorchamps, incontriamo il responsabile di Ferrari Attività Sportive GT, Antonello Coletta, per parlare di Corse Clienti e tracciare un primo bilancio in un anno alquanto complicato, non solo per il mondo delle competizioni. Nonostante le difficoltà, tuttavia, il mondo di Corse Clienti è stato tra gli ultimi a fermarsi e tra i primi a ripartire, grazie anche all’adozione di un rigoroso protocollo di sicurezza ispirato al “Back on Track” impiegato anche negli stabilimenti Ferrari. Il Ferrari Challenge Europe è tornato a far accendere i motori in Italia dopo il lungo periodo di lock-down, quello North America è stato tra i primi a tornare in pista nel continente e quello UK il primo ad aprire le porte al pubblico, sebbene in numeri ridotti. Un segnale importante che ha consentito ai partecipanti del monomarca del Cavallino Rampante di dare inizio anche alla stagione agonistico-sportiva 2020 che vede, tra le altre, il debutto in pista della nuova 488 Challenge Evo. Iniziamo la nostra intervista proprio da qui, dalla ripartenza delle attività sportive.

    Siamo stati gli ultimi a fermarci”, esordisce Coletta. “Eravamo negli Stati Uniti ad Austin, alla metà di marzo, con un evento dedicato alle attività di F1 Clienti e Programma XX. Al nostro ritorno è stato deciso il blocco delle attività motoristiche, e non solo, un po’ in tutto il mondo. Il nostro lavoro è proseguito da casa, senza interruzioni, durante tutto il periodo di lock-down, proprio per trovarci pronti per la ripartenza. Avevamo ipotizzato due o tre scenari differenti sulle possibili date e i conseguenti calendari per le attività di Corse Clienti. Non c’è stato un vero proprio stop, ma possiamo dire che il lavoro è stato rivolto ad un adeguamento delle strutture per farci trovare nelle miglior condizioni possibili e immediatamente operativi nel momento in cui si è accesa la luce verde”.

    Coletta, nato a Roma nel 1967, dopo aver studiato Economia e Commercio presso l’Università La Sapienza (Roma), debuttò nel mondo del motorsport nel 1991 come Direttore Sportivo per il team Forti Corse, allora impegnata in Formula 3 e Formula 3000. Sempre in veste di Direttore Sportivo, Coletta è passato nel 1993 in Peugeot Italia e nel 1995 in Alfa Romeo. L’arrivo in Ferrari è datato 1997.

    La tua passione smisurata per le corse nasce da lontano…

    Posso dire che sono nel mondo delle competizioni da quasi tutta la vita. Già all’età di nove-dieci anni avevo una passione incredibile per le corse. A dieci anni e mezzo mio padre mi regalò un go-kart e iniziai a correre molto presto: una situazione abbastanza atipica perché non esistevano le categorie per quell’età. Ho proseguito a correre fino a circa vent’anni. Non avendo i mezzi per poter andare avanti, ma essendo sempre animato da questa grande passione, sono riuscito a rimanere nell’ambiente. Ho iniziato a lavorare come direttore sportivo in Formula 3, poi in Formula 3000. Ho lavorato anche con Peugeot come direttore sportivo in Superturismo, poi Alfa Romeo e quindi in Ferrari, dove lavoro dal 1997. Ho avuto tanti incarichi, soprattutto nei primi anni quando mi occupavo del coordinamento del Ferrari Challenge e quindi dell’Historic Challenge. Contestualmente organizzavo alcuni degli eventi più importanti di quel momento, come le presentazioni della F1 o i lanci stampa delle vetture prodotto. Erano altri momenti, il team era composto da meno persone e si cercava di ottimizzare le risorse che erano in azienda. Poi ho avuto l’idea di portare in pista le Formula 1 Clienti dal 2003 sono stato nominato responsabile del dipartimento di Corse Clienti che in quel momento era a capo dei tre campionati Ferrari Challenge (Europa, Italia e America), Historic Challenge (Europa e America) e Formula 1 Clienti. Allora anche il mondo GT faceva parte di Corse Clienti: in quel periodo correvamo con la 360 e la 575. Poi nel 2006 è nato il Programma XX, un’altra intuizione molto particolare perché abbiamo creato un segmento che non c’era e che ancora oggi vanta numerosi tentativi di imitazione”.

    Una struttura che non solo si è consolidata, ma è cresciuta forte del consenso dei clienti… E, con essa, le tue responsabilità all’interno dell’azienda.

    È vero, abbiamo aumentato il numero delle attività e delle iniziative, come ad esempio il Ferrari Challenge Asia Pacific, anche se nel frattempo fummo costretti a sospendere l’Historic Challenge. Intorno al 2009/2010 sono diventato responsabile di Ferrari Classiche, mantenendo la posizione per quattro o cinque anni, fino a quando, nel 2014, oltre alla mia attività di responsabile Corse Clienti venni nominato responsabile delle attività sportive che includeva anche la direzione sportiva della F1 che ho mantenuto per un anno. Poi sono ritornato a occuparmi di Corse Clienti e di Competizioni GT che in quel momento avevamo deciso di rendere indipendente da Corse Clienti. Avevamo infatti l’esigenza di sviluppare, far crescere e rendere autonomo questo dipartimento rispetto a tutte le altre attività. Poi sono entrato a far parte del consiglio di amministrazione dell’autodromo del Mugello sempre dal 2014 e nell’ambito delle mie responsabilità ci sono anche il circuito di Fiorano ed i Corsi Pilota”.

    Sei a capo di due business unit indipendenti per quanto interconnesse, Corse Clienti e Competizioni GT.

    Il mondo Corse Clienti è composto da tutti i campionati Ferrari Challenge, i Corsi Pilota, i Programmi XX e F1 Clienti. Il mondo di Competizioni GT raggruppa tutte le attività endurance e non delle vetture da competizione, dunque ci occupiamo di pensare al modello, svilupparlo, venderlo, alla post-vendita e alle competizioni estreme come il Mondiale Endurance nel quale siamo presenti praticamente da sempre essendo tra i fondatori. Di Competizioni GT fa parte anche il circuito di Fiorano e, dallo scorso anno, si è aggiunto il progetto del Club Competizioni GT, un’iniziativa in cui crediamo molto e che vuole riportare in pista le più belle Ferrari da competizione degli ultimi 30 anni”.

    All’interno del suo percorso in Ferrari, nel 2014 Coletta venne nominato responsabile delle attività sportive della Scuderia Ferrari. Un ruolo importante che per molti rappresenta un punto di arrivo, mentre per Antonello l’esperienza è stata utile per portare in Formula 1 la grande conoscenza maturata alla guida di Corse Clienti. “L’approdo in F1 è nato quasi per caso, non l’ho cercato. Venni coinvolto all’inizio della stagione 2014 che è stata una delle stagioni più difficili in assoluto per la Scuderia Ferrari. Il top management aveva avuto la sensazione che sarebbe stata una stagione problematica, infatti nel corso della stagione cambiammo tre Team Principal e nel corso di quel periodo una delle mie mansioni fu quella di avviare una riorganizzazione generale che avrebbe visto la luce nel 2015. Cosa ho imparato? Penso, con una punta d’orgoglio, che più che imparare ho avuto la fortuna e la libertà di mettere in pratica tanti modelli organizzativi che già conoscevo e avevo messo a punto nell’ambito delle nostre attività. Indubbiamente l’aspetto che più mi ha affascinato della Formula 1 è l’alta tecnologia. Chi come me è un appassionato di tecnica non può che rimanere colpito dall’esasperazione tecnica che c’è e da come non si trascuri ogni più piccolo dettaglio per migliorare le prestazioni delle monoposto”.

    Tornando al mondo di Corse Clienti, non si può fare a meno di notare come la Casa di Maranello abbia creato un vero e proprio percorso di avvicinamento al mondo delle corse per i clienti che abbiano intenzione di trascorrere i weekend in pista. Il percorso ha un nome: Corso Pilota, i corsi di guida che la Casa riserva ai propri clienti. “Non senza soddisfazione possiamo dire che Ferrari è l’unica Casa costruttrice che ha una filiera completa e questa filiera parte col Corso Pilota, riservato solo ai clienti. Ci sono tutte le varie tipologie di corsi che normalmente noi svolgiamo nel nostro circuito di Fiorano o nel circuito di Varano, vicino a Parma, che è perfettamente attrezzato per i corsi pilota. Oltre alla pista, organizziamo anche corsi speciali, come quelli On Ice in località come Cortina, Cervinia o Livigno, oppure i cosiddetti Limited Edition, che vivono in un contesto più glamour e vengono organizzati soltanto nei circuiti vicino alle grandi città. Il successo dei nostri corsi è tale che anche negli Stati Uniti replichiamo i livelli base dei nostri programmi, con le stesse modalità e la stessa organizzazione europea. Come dicevo in precedenza, la nostra filiera si conclude con l’ultimo livello del Corso Pilota, quello propedeutico all’ingresso nel Club Challenge o nel Ferrari Challenge. Da quel momento in poi il pilota ha tutti gli strumenti tecnici per valutare quale possa essere il suo impegno nel mondo delle corse che, a quel punto, può anche continuare al volante delle nostre vetture GT3 o GTE”.

    Parliamo del Ferrari Challenge, un’iniziativa che ha scritto la storia delle competizioni per gentleman e non solo…

    Il Ferrari Challenge al momento rappresenta il trofeo monomarca più longevo al mondo e, considerando anche le specificità delle vetture che ci corrono, non è banale. Lo dico con molto orgoglio e soddisfazione perché credo che una delle caratteristiche più importanti di questo campionato sia la credibilità; noi siamo sempre stati molto fermi su tutte le nostre scelte, su tutte le nostre decisioni, non abbiamo mai privilegiato nessuno, abbiamo sempre fatto il massimo per far sì che tutte le competizioni in questi anni si svolgessero sempre nella maniera più corretta e più sicura possibile. Questa credibilità nasce da una grande professionalità di tutte le persone che ci lavorano, persone che vivono all’interno di questo campionato da moltissimi anni. Non solo io che lo seguo dal 1997, ma anche tutti i miei collaboratori, alcuni dei quali sono con me da quasi vent’anni, altri da quindici, altri ancora da dieci. Sono professionisti molto specializzati, diventati un vero e proprio punto di riferimento per tutti i nostri clienti che vedono in tutto lo staff che organizza il Ferrari Challenge delle persone quasi più amiche che conoscenti, di cui si fidano in tutto e per tutto”.

    Il termine filiera, usato in precedenza, è decisamente appropriato, come dimostra Nicklas Nielsen.

    Esatto, Nicklas è l’esempio perfetto della filosofia Ferrari, ma non è l’unico ovviamente. Lui ha iniziato a distinguersi nel Ferrari Challenge e, successo dopo successo, titolo dopo titolo, è diventato un pilota ufficiale di Ferrari Competizioni GT ed è sempre legatissimo al mondo Challenge tanto che in più di un’occasione ha svolto il ruolo di Race Advisor in direzione gara nelle gare del monomarca oltre che essere Technical advisor negli eventi del Club GT. Anche questo aspetto, davvero unico nei campionati dedicati a singoli costruttori, testimonia la relazione stretta tra le due anime di Attività Sportive GT. In generale noi siamo molto felici di vedere come piloti che si sono distinti nei nostri campionati siano molto competitivi al volante delle nostre GT3 e contribuiscano ad arricchire il palmares Ferrari, poiché conferma la natura estremamente formativa del Challenge”.

    Proprio il rapporto con i clienti sportivi, alla base del DNA Ferrari, ha consentito la ripartenza con delle griglie numericamente interessanti.

    Si, anche perché per noi il cliente è al centro del nostro lavoro. Siamo sempre pronti ad accettare qualsiasi tipo di suggerimento proprio per far sì che il campionato sia sempre allineato con i tempi che stiamo vivendo, molto difficili per l’economia mondiale e per il motorsport in generale. Sono sfide nuove che vogliamo vincere, come abbiamo fatto in questi anni. Non siamo arroganti nel dire che, in tutti questi anni, siamo sempre stati un riferimento nell’ambito dei monomarca mondiali con un numero molto importante di vetture e lo siamo stati anche nel momento della ripartenza dopo il lock-down della pandemia. Ribadisco un concetto espresso in precedenza: se siamo riusciti a ripartire in questo modo è grazie alla credibilità che abbiamo guadagnato nel corso degli anni”.

    Nell’era della comunicazione, il Challenge ha sempre goduto di un’ottima visibilità mediatica.Dobbiamo sempre cercare di ottenere il massimo, a tutti i livelli, comunicazione inclusa: a livello mediatico abbiamo sempre avuto la televisione, abbiamo quasi sempre avuto la diretta nei principali network europei, ed un’ottima copertura a livello globale. Questo è un ragionamento che si applica non solo alla serie europea ma anche a quella statunitense. Stiamo cercando di fare il massimo per evidenziare quelle che sono le attività dei nostri clienti in pista, sfruttando tutti i mezzi che la tecnologia mette a nostra disposizione. Questo credo che sia uno dei maggiori meriti che abbiamo maturato nel tempo per raggiungere questo importante risultato. Mi piace rimarcare come, in questo periodo complicato, abbiamo sempre aperto le porte dei nostri eventi in pista ai media, anche se in un numero limitato per garantire distanziamento sociale e sicurezza generale”.

    A proposito di clienti, in pista c’è il mondo di F1 Clienti e dei Programmi XX che, come detto in precedenza, è stata un’intuizione geniale che ancora oggi vanta numerosi tentativi di imitazione.

    Sono due programmi davvero speciali, veramente unici se pensiamo da quanti anni li organizziamo e quante volte hanno provato a copiarceli, mentre noi siamo ancora lì, un punto di riferimento mentre gli altri o hanno deposto le armi oppure stanno iniziando ora. Questo ci rende veramente orgogliosi. A volte le grandi idee nascono da intuizioni quasi banali. Per quanto riguarda F1 Clienti, noi avevamo già un’officina di Formula 1 in Corse Clienti con tre meccanici che si occupavano di montare queste vetture per quei collezionisti che le acquistavano per metterle nel loro garage. All’epoca quasi nessuno poteva portarle in pista”.

    Da dove nacque l’idea di F1 Clienti?

    Un giorno vendemmo una monoposto a un cliente che aveva piacere di girare in pista. Gli consegnammo la vettura in Inghilterra, nell’ambito di un Historic Challenge a Donington e, quando questa iniziò a girare nella pausa pranzo o tra una sessione e l’altra, riscontrammo un interesse incredibile, come poi era scontato e normale che fosse. Ricordo ancora tutta la gente che era lì aggrappata alle reti per vedere questa monoposto che girava. L’idea quindi è nata dalla considerazione che ci fossero dei clienti che, oltre che essere collezionisti ed appassionati, avessero il piacere di usare le monoposto nel loro habitat naturale, le piste. Se non ricordo male, il primo evento vero di F1 Clienti fu a Laguna Seca nel 2004. Fu un evento stupendo, eravamo noi i primi ad essere emozionati.   All’inizio eravamo una decina di persone, con i meccanici che si dividevano tra le varie monoposto correndo senza sosta tra i vari box, poi siamo man mano cresciuti e ci siamo organizzati per rispondere alle esigenze dei clienti. Oggi, l’officina di Corse Clienti che gestisce le vetture dei Programmi XX e le F1 Clienti è una realtà incredibile con più di cinquanta le persone che ci lavorano, con una struttura e un’organizzazione veramente molto professionali”.

    Accanto a F1 Clienti, i Programmi XX sono un altro fiore all’occhiello di Corse Clienti. Qual è la genesi di questo progetto?

    I Programmi XX sono figli dell’idea di realizzare un progetto differente, che mettesse al centro il cliente e che, grazie alle intuizioni del cliente stesso, alle sue capacità e alle sue esigenze, potesse affiancarci in quello che era lo sviluppo delle future supercar. Per fare questo bisognava andare in pista e l’intuizione fu un programma che, con macchine veramente speciali e prodotte in numero molto limitato, un’organizzazione che doveva rasentare la perfezione e un’esclusività quasi maniacale, offrisse ai nostri clienti delle esperienze memorabili dentro e fuori la pista. Il programma partì tra lo scetticismo generale e ricordo molto bene come le persone pensavano che fossimo matti. Invece, dopo un periodo di rodaggio non facile, possiamo dire che i Programmi XX sono una realtà unica, dove chi fa parte di questo club esclusivo si sente un cliente davvero speciale”.