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    Wadoux: “Quando metto il casco sogno Le Mans”

    Maranello 23 gennaio 2023

    È stata una giornata speciale quella vissuta da Lilou Wadoux nel mese di gennaio quando la ventunenne francese ha mosso i primi passi a Maranello e alla Pista di Fiorano in qualità di pilota ufficiale Competizioni GT. Nel quartier generale del Cavallino Rampante, la pilota, che debutterà con i colori Ferrari nel FIA World Endurance Championship alla 1000 Miglia di Sebring – al volante di una 488 GTE – è stata ritratta nelle prime fotografie che hanno poi fatto il giro del mondo.

    Lilou, cosa ha provato nel suo primo giorno a Maranello?

    “Sono rimasta impressionata dal luogo, essendo stata la mia prima volta nella sede di Ferrari. Non posso descrivere quello che ho provato, sicuramente la giornata è stata speciale. È fantastico iniziare il 2023 in questo modo”.

    Essere la prima donna nel gruppo dei piloti ufficiali Ferrari cosa significa per lei?

    “Per me l’obiettivo era di poter far parte di questo gruppo di professionisti, senza altre distinzioni di genere. Certo, il fatto di essere la prima pilota ufficiale di Competizioni GT è una bella soddisfazione”.

    A novembre 2022, nei test in Bahrain successivi all’ultimo round del WEC, ha provato la 488 GTE: com’è andata quell’esperienza?

    “È stata bellissima, e mi ha insegnato molto. Il tempo a disposizione era limitato, considerato che prima di salire a bordo della GTE avevo fatto un test con una LMH. Per entrare in sintonia con la vettura sono stati importanti i suggerimenti e i consigli che mi ha dato Antonio Fuoco, che era presente. Credo che il primo test si possa considerare positivo”.

    E a bordo di una Ferrari 488 GTE, con il team Richard Mille AF Corse, è in arrivo l’esperienza nel Campionato del mondo, in classe LMGTE Am: quali sono le sue aspettative?

    “Siamo solo a gennaio, al momento è difficile dirlo, ma il target è quello di finire sul podio e, perché no, di conquistare delle vittorie. Attendo di conoscere meglio i miei compagni (Alessio Rovera e Luís Pérez Companc, Ndr), poi vedremo come andrà in gara a Sebring…”.

    Quest’anno tornerà alla 24 Ore di Le Mans, per il secondo anno consecutivo, dopo avervi corso nel 2022 con un prototipo LMP2: per una pilota francese cosa significa partecipare alla gara endurance sul circuito della Sarthe?

    “È qualcosa di eccezionale, davvero. Pensando alla prossima Le Mans so che l’obiettivo sarà quello di dare del mio meglio, per fare una bella gara e ottenere una buona posizione. Conquistare un bel risultato per me, per il team e per Ferrari”.

    La sua avventura nel motorsport iniziò solo otto anni fa: era la stagione 2015-16, quando all’età di 14 anni debuttava nei kart. Che ricordo ha di quell’anno?

    “Feci solo due gare, non l’intera stagione. Nella prima gara ebbi un problema ai freni nel finale della corsa, e la seconda finì prima del tempo per un incidente. Ma il passo era buono…”.

    Le corse endurance hanno una lunga tradizione e un fascino del tutto particolare. Si condivide la vettura con i compagni, si lavora come una squadra: qual è l’alchimia per ottenere dei risultati?

    “Bisogna fare dei compromessi, lavorare come un gruppo e avere un forte spirito di squadra: questi sono aspetti essenziali per sentirsi a proprio agio con la vettura e con i compagni”.

    Quando si guida in piena notte durante una corsa quali pensieri corrono per la testa?

    “A me piace molto guidare di notte, è qualcosa di veramente speciale. Se ripenso alla 24 Ore di Le Mans del 2022, con il prototipo LMP2, ricordo un’esperienza meravigliosa. Di notte bisogna essere molto concentrati sulla propria guida ed evitare di commettere ogni errore”.

    Rispetto al passato, oggi le donne protagoniste del motorsport sono molte, e in differenti ruoli…

    “La situazione è in costante miglioramento, considerato che i numeri delle donne impegnate nel nostro ‘mondo’ aumentano. Oltre alle pilote, ci sono molte altre professionalità. Per esempio nel 2022 quando gareggiavo con i prototipi nel mio gruppo c’erano sia una meccanica sia un ingegnere donna”.

    Quando era bambina sognava di diventare una pilota?

    “Da piccola giocavo a tennis, poi intorno ai quindici anni ebbi un problema fisico per cui lasciai lo sport. Un giorno i miei genitori mi chiesero se volessi provare i go-kart, mio padre fece qualche rally. Feci un test e mi appassionai ai motori”.

    Qual era il suo idolo sportivo da bambina?

    “Rafael Nadal, anche perché amavo il tennis, e Ayrton Senna, perché mio padre seguì a lungo la sua carriera e me ne parlava molto. Di Nadal mi piace la personalità, il suo modo di porsi verso gli altri, che mi affascina”.

    Fuori dal paddock quali sono i suoi hobby?

    “Mi piace l’architettura, tanto che a volte realizzo dei progetti al pc. Mi piace la musica, dal pop anni Ottanta e Novanta al rock, mentre se devo fare un nome dico Daft Punk”.

    Se dovesse scegliere tre aggettivi per definirsi?

    “Determinata, combattiva, amichevole”.

    Quali sono le persone più importanti della sua vita?

    “I miei genitori e la mia famiglia, e alcuni amici intimi”.

    I suoi obiettivi per il 2023?

    “Dimostrare di essere una pilota forte”.

    Se avesse una sfera di cristallo, quale sarebbe il suo futuro?

    “Vincere la 24 Ore di Le Mans, e guidare un giorno la LMH Ferrari”.