La 296 GT3 segna il ritorno in pista di una Ferrari equipaggiata con un propulsore 6 cilindri anche se, in osservanza dei regolamenti tecnici, non è dotata dell’unità elettrica che invece caratterizza la 296 GTB. Per il motore termico V6 della 296 GT3, che deriva da quello della gemella stradale, si è optato per l’introduzione della configurazione a ‘V’ da 120° con combustioni equispaziate, nonché il posizionamento dei turbo all’interno della ‘V’: ciò, oltre ad apportare significativi benefici in termini di compattezza e riduzione di massa, favorisce il raggiungimento di elevatissimi livelli di potenza.
L’architettura è vincente per ordine di combustione, integrazione dei collettori di aspirazione e supporti motore sulle fiancate di aspirazione della testa cilindri: il motore risulta più compatto e leggero, vista l’eliminazione di polmoni e supporti esterni, e la fluidodinamica beneficia della riduzione dei volumi aumentando l’efficienza in aspirazione.

Il know-how Ferrari in termini di leghe leggere, dimensionamenti e componentistica è stato riversato nell’assieme motore in alluminio e nelle teste cilindri, entrambi completamente nuovi e progettati specificamente per l’architettura V6. Il motore ha recepito i più recenti sviluppi Ferrari in termini di camera di combustione, per migliorare la miscelazione in camera, con innegabili vantaggi sul fronte delle prestazioni.
I turbo, simmetrici e controrotanti, sfruttano un’architettura monoscroll; le soluzioni tecniche adottate hanno ridotto del 5% il diametro della ruota compressore e dell’11% quello della ruota turbina rispetto ad analoghe applicazioni V8, consentendo di minimizzare il time to boost, per un’erogazione istantanea della potenza.
Tutta la fluidodinamica interna del motore e le componenti specifiche adottate per la versione da pista del propulsore sono state studiate e messe a punto dagli ingegneri di Ferrari e dai suoi partner per garantire prestazioni, affidabilità e guidabilità senza compromessi, da sfruttare sia nelle gare “Sprint” che in quelle “Endurance”.
Proprio per questa tipologia di competizioni, sono stati adottati tutti gli accorgimenti utili a limitare in maniera significativa i consumi, senza sacrificare le performance, per consentire una maggior flessibilità nelle strategie di gara, e ridurre i tempi di intervento.
L’alternatore, ad esempio, è attaccato al cambio, per migliorare la compattezza e la rigidità dell’insieme e rendere più agevole l’accesso dei tecnici.