Sulla scorta delle esperienze vissute in Formula 1, il motore Ferrari 2 litri V8 sovralimentato fu oggetto d’ulteriori studi. I risultati si rivelarono molto soddisfacenti: la potenza specifica raggiunse il valore record di 127 cavalli/litro, la coppia massima incrementò il suo valore ad un regime di giri più basso e la guidabilità della vettura fu notevolmente migliorata. L’effetto spinta del turbocompressore, infatti, si esprimeva gradualmente già a soli 3000 giri ed era molto più “gestibile” dal pilota.
Nel 1986 il modello realizzato per evitare la pesante tassazione che il mercato italiano poneva sulle vetture con cilindrata superiore ai 2.000 cc raggiunse lo sviluppo finale: si trattava della GTB Turbo, affiancata dalla variante con tettuccio rimovibile GTS Turbo, la massima espressione delle Ferrari a due posti con motore V8 trasversale sovralimentato.
In sostanza la GTB Turbo, come evidente dalla sua denominazione, non era altro che una variante turbocompressa della 328 GTB provvista di propulsore avente una cilindrata di due litri. Come nella 328 GTB, il modello GTB Turbo presentava un ammorbidimento della forma a cuneo tipica della vettura uscente, con un musetto ridisegnato dalla forma più arrotondata cui faceva da contraltare un trattamento simile sul pannello di coda del veicolo.
Le sezioni anteriori e posteriori che furono ridisegnate avevano paraurti in tinta con la carrozzeria, un riflesso del lavoro portato a termine per i modelli Mondial 3.2, con i quali la GTB Turbo condivideva una griglia radiatore simile e la configurazione dei gruppi ottici frontali. Pertanto, tutte le vetture a otto cilindri presenti nella gamma avevano un aspetto somigliante nel frontale e nella coda, e ciò trasmetteva un’immagine omogenea di carattere familiare. Scomparvero gli sfoghi dell’aria che sulla serie 308 erano situati dietro i proiettori retrattili, mentre aumentò le sue dimensioni lo sfogo presente sul cofano motore, introdotto sui modelli 308 Quattrovalvole. Le maniglie esterne per l’apertura degli sportelli furono sistemate in una nuova posizione e ricevettero una veste estetica rinnovata. Gli allestimenti interni furono completamente aggiornati: rivestimenti dei sedili con un nuovo disegno, nuovi pannelli porta con maniglie d’apertura aggiornate, interruttori di comando più moderni.
Il tutto completava il rinnovamento estetico dell’esterno vettura. Il modello GTB Turbo presentava alcune differenze che la distinguevano dalla cugina con motore aspirato: era nuovo lo sfogo dell’aria sul cofano anteriore, era stata aggiunta una presa NACA davanti ai parafanghi posteriori e una fila di cinque sottili sfoghi per l’aria aveva fatto la sua comparsa sul pannello di coda della vettura. L’alettone posteriore, a richiesta sulla serie 328, sulla GTB Turbo faceva parte dell’equipaggiamento di serie.
L’unità motrice mantenne il sistema d’iniezione Bosch K-Jetronic della vettura uscente e fu dotata di un turbocompressore IHI, abbinato a un intercooler Behr, operante con una pressione di sovralimentazione pari a 1,05 bar. Il sistema di accensione elettronica era Marelli MED 807 A e la potenza dichiarata raggiungeva i 254 cavalli a 6.500 giri. Come nei modelli precedenti, il motore era montato trasversalmente in blocco con la trasmissione a cinque velocità, tutte sincronizzate, sita nella parte inferiore dietro la coppa dell’olio motore.
La produzione del modello GTB Turbo proseguì per tre anni e ne furono realizzati 308 esemplari, i numeri di telaio furono compresi nell’intervallo tra il 63277 e l’83137. Le prime vetture della serie furono numerate con la sequenza di cifre dispari, tipica delle Ferrari stradali, in seguito la sequenza di numerazione diventò continua e comprese anche i numeri pari.