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    In gara sull’otto più famoso del mondo

    Scuderia Ferrari - Japan Preview 2023

    Maranello 20 settembre 2023

    La Formula 1 si sposta a Suzuka per la seconda gara della doppietta in estremo oriente, il Gran Premio del Giappone.

    L’otto più famoso. Il circuito è tra i più amati dai piloti per le curve storiche che lo caratterizzano e per la passione dei tifosi giapponesi, che affollano gli spalti parteggiando per tutti i concorrenti in pista oltre che per l’idolo locale Yuki Tsunoda. Suzuka, celebre per essere l’unico tracciato a forma di otto nel campionato del mondo, presenta diverse variazioni altimetriche e tratti con curve da alta velocità che si alternano a settori più lenti particolarmente impegnativi come la chicane che precede il traguardo. Tra i punti che sono ormai entrati nella leggenda della Formula 1 ci sono il tratto iniziale, con la serie di esse in rapida successione, la Spoon Curve, un semicerchio con raggio costante in contropendenza, e la mitica velocissima 130R, una piega da brividi che con le attuali monoposto si affronta praticamente in pieno. 

    Carico medio, motore e gomme sotto pressione. Il carico aerodinamico richiesto è medio-basso e uno degli obiettivi è cercare di gestire nel modo migliore le gomme, messe alla frusta dalle tante curve da alta velocità. Ci sono quattro frenate impegnative e la pista è severa anche con le power unit, specie per il motore endotermico, che resta al massimo regime per oltre il 70% del giro.

    Abbiamo messo subito in archivio Singapore per concentrarci sul Gran Premio del Giappone, una delle corse più affascinanti della stagione per squadre e piloti. Si gareggia a Suzuka, un circuito completamente diverso da quelli di Monza e Marina Bay, sul quale avremo modo di verificare la competitività della SF-23 anche sui curvoni veloci con un set-up aerodinamico a carico medio-basso. 
    Affronteremo il fine settimana con lo stesso approccio adottato nelle ultime gare, che ci ha permesso di migliorare ulteriormente sul piano dell’esecuzione delle operazioni in pista. Contiamo di portare a casa nuovi punti pesanti nella lotta per il secondo posto della classifica costruttori.

    Frédéric Vasseur

    Team Principal

     

    Ferrari Stats

    GP disputati 1067
    Stagioni in F1 74
    Debutto Monaco 1950 (A. Ascari 2°; R. Sommer 4°; L. Villoresi rit.)
    Vittorie 243 (22,77%)
    Pole position 246 (23,05%)
    Giri più veloci 259 (24,27%)
    Podi totali 803 (25,08%)

     

    Ferrari Stats GP del Giappone

    GP disputati 36
    Debutto 1976 (C. Regazzoni 5°; N. Lauda rit.)
    Vittorie 7 (19,44%)
    Pole position 10 (27,78%)
    Giri più veloci 7 (19,44%)
    Podi totali 24 (22,22%)

     

    Tre domande a...

    ANDREA LANDI, HEAD OF VEHICLE DYNAMICS

    1. Suzuka è tra le piste preferite dalla maggior parte dei piloti, quali sono le caratteristiche tecniche di questo tracciato?
    Quella di Suzuka è una pista speciale perché, un po' come Silverstone e Spa-Francorchamps, ha una varietà di curve molto grande – dalle più lente a quelle da alta velocità – e rettilinei sufficientemente lunghi da imporre un livello di downforce piuttosto basso. Questo rende la vettura ovviamente più difficile da guidare nelle curve in cui un carico aerodinamico più alto aiuta la stabilità. Inoltre, i curvoni veloci che la caratterizzano richiedono molta confidenza da parte dei piloti, e costituiscono quindi una sfida impegnativa. Anche il vento può essere un elemento di disturbo su questo tracciato, e avere una vettura costante nei comportamenti anche al variare delle condizioni metereologiche è una problematica aggiuntiva.

    2. Una delle componenti più sotto pressione in Giappone sono le gomme. Quali sono gli aspetti cruciali nella loro gestione su questa pista?
    A causa della presenza di curve ad alta velocità, la pista di Suzuka è caratterizzata da un alto input energetico sulle gomme. Tale input mette molto sotto stress le gomme, sia anteriori che posteriori (ma più frequentemente gli anteriori), il che significa che è facile indurre un degrado della prestazione molto accentuato in condizioni gara. Bisogna gestire gli pneumatici, limitandone l’input energetico al fine di ottimizzare il tempo dello stint di gara: di fatto si rinuncia ad un poco di prestazione nel singolo giro per ridurre il degrado medio nel periodo di utilizzo e avere così uno stint più veloce nella sua interezza.

    3. Parliamo di te, raccontaci la tua avventura in Ferrari. Ci puoi dire qual è l’aspetto più speciale del vestire questi colori?
    Per me è un doppio ritorno al passato. Sono tornato in Ferrari dopo aver fatto la mia tesi di laurea qui più di vent’anni fa e in Formula 1 dopo una parentesi di nove stagioni sempre dedicate al motorsport ma in altre categorie. Sono Head of Vehicle Dynamics, un reparto costituito da tre gruppi che supportano l’attività in pista, lo sviluppo della macchina che verrà e si concentra sul tema cruciale della gestione gomme. Io sono convinto che Ferrari sia il team nel quale tutti vorrebbero lavorare: essere con la Scuderia in Formula 1 è l’ambizione di ogni ingegnere con la passione per il motorsport. Lo ritengo un grande privilegio e insieme anche una grande sfida, con l’obiettivo di riportare il Cavallino al vertice della nostra categoria. 

    Profilo
    Andrea Landi
    Nazionalità: italiana
    Nato il: 8/9/77
    A: Piombino (Livorno) 

     

    Gran Premio del Giappone: numeri e curiosità 

    4. La posizione della cucina giapponese nel mondo secondo la testata Taste Atlas. Al primo posto troviamo quella italiana – con un coefficiente di 4,72 su 5 – seguita da quella greca e da quella spagnola. Il piatto nipponico considerato migliore, poco sorprendentemente, il sushi.

    47. Le edizioni del Gran Premio del Giappone disputate, 36 delle quali valide per il Mondiale di Formula 1. Il primo vincitore fu Peter Warr nel 1963 al volante di una Lotus di categoria Sport, mentre sono sette i “profeti in patria”, anche se mai in gare iridate: il primo di loro fu Yoshikazu Sunako su una Prince nel 1966. Il pilota più vincente rimane Michael Schumacher con sei affermazioni, mentre il miglior piazzamento di un giapponese è il terzo posto ottenuto da Aguri Suzuki nel 1990 su Lola, e da Kamui Kobayashi nel 2012 su una Sauber motorizzata Ferrari.

    67. La percezione dall’esterno può essere ingannevole, perché il Giappone è famoso per le sue metropoli affollate, eppure questo numero corrisponde alla percentuale del territorio ricoperto da foreste, ben due terzi del totale.

    98,5. La percentuale di cittadini autoctoni presenti in Giappone, la quasi totalità della popolazione dunque. Il Paese asiatico è da sempre tra i più isolati al mondo e nel 1635, per decisione dello Shogun Tokugawa Lemitsu, venne addirittura chiuso agli stranieri per un periodo di oltre duecento anni, con severe pene per chi anche solo impiegava beni provenienti da altre terre e in particolare dall’Europa. I primi ad arrivare in Giappone dal vecchio continente erano stati i portoghesi, approdati a Nagasaki nel 1543. Si dice che siano stati loro a introdurre nel Paese la tecnica di cottura della tempura, che non sarebbe stata abbandonata nemmeno durante il blocco finendo per diventare parte integrante della cucina nipponica.

    2.000. Le tonnellate di pesce vendute ogni giorno al Mercato di Tsukiji, a Tokyo, il più famoso di tutto il Giappone. È qui che si tiene quasi quotidianamente l’asta del tonno più famosa al mondo: se volete assistervi dovete alzarvi presto ed essere lì intorno alle 2.30 del mattino. Recatevi al centro di informazioni sui prodotti ittici e mettetevi in fila, perché si entra in base all’ordine di arrivo e i posti sono davvero limitati.

    20 settembre, 2023