La stagione di Formula 1 1961 è giunta al suo penultimo appuntamento. In gara per il campionato sono rimasti due piloti, entrambi sono della Scuderia Ferrari: il tedesco Wolfgang Von Trips, in testa alla classifica, e lo statunitense Phil Hill, distanziato di quattro lunghezze. Con ancora qualche remota possibilità di vittoria c’è Stirling Moss, pilota della Lotus di Rob Walker, ma l’inglese è a 12 punti dalla vetta con al massimo 18 disponibili, un distacco che non pare recuperabile considerato il potenziale della Ferrari 156 F1.
Il Gran Premio d’Italia si prospetta dunque una grande festa, con migliaia di spettatori che arrivano da ogni parte della penisola per applaudire la Scuderia, che può già celebrare il suo primo titolo Costruttori, e vedere chi nella lotta casalinga per il titolo potrebbe mettere a segno un colpo decisivo. L’unico che può chiudere i giochi in anticipo è Von Trips, cui serve un piazzamento da podio e un concomitante ritiro di Hill.
In qualifica è il tedeco ad ottenere la pole position sul circuito che al percorso stradale unisce ancora una volta l’anello di alta velocità. Von Trips gira in 2’46”3, appena un decimo meglio di un ragazzino messicano che promette assai bene. Si chiama Ricardo Rodriguez de la Vega e si è messo in luce per la sua velocità naturale e lo sprezzo del pericolo. È al debutto a Monza, ma questo non lo spaventa, né tanto meno gli incutono alcun timore reverenziale i blasonati avversari o il manto stradale delle due curve paraboliche dell’anello, che sottopongono piloti e vetture a vibrazioni tali da rendere difficoltoso tenere il volante stretto tra le mani. Ricardo gira ad appena un decimo da Von Trips, in 2’46”4. Richie Ginther è terzo a mezzo secondo, mentre Hill è quarto. C’è una quinta Ferrari, è quella di Giancarlo Baghetti che scatta sesto.
Domenica 10 settembre l’Autodromo Nazionale è gremito di persone, è una splendida giornata di fine estate. Sulla griglia di partenza spicca il casco giallo di Rodriguez che sta per stabilire un nuovo record di precocità: a 19 anni e 208 giorni diventa il più giovane debuttante nella storia della Formula 1. Gli altri piloti, prima di isolarsi per trovare la necessaria concentrazione, chiacchierano fra loro. Gli ultimi a farsi un “in bocca al lupo” reciproco sono Von Trips e Jim Clark, pilota inglese della Lotus-Climax.
Sono le tre del pomeriggio: lo starter abbassa la bandiera e la gara ha inizio. Von Trips scatta bene ma, come spesso succede a Monza, le scie giocano un ruolo decisivo. Anche Clark ha un ottimo spunto, aiutato dalla rapportazione più corta della sua Lotus, una scelta suggerita dalla minor potenza del suo motore. Già nel primo giro la Lotus perde terreno e così Hill è al comando davanti a Ginther, Rodriguez, Clark, Jack Brabham con la Cooper e Von Trips. Inizia il secondo passaggio e Brabham supera Clark.
Anche il tedesco della Ferrari dopo le due curve di Lesmo riesce a scavalcare Clark per il quinto posto, ma l’inglese è un rivale coriaceo e si mette in scia per tentare di ripassare davanti alla prima staccata. Il gruppo percorre il rettilineo del Vialone e approccia la Parabolica. Hill guida su Ginther, Rodriguez e Brabham. Lievemente più staccati Von Trips con in scia Clark. La staccata si avvicina e i piloti iniziano la frenata. Il tedesco nel fare questa operazione lascia andare la sua Ferrari leggermente verso l’esterno, mentre la Lotus è ancora in accelerazione. Le ruote posteriori della 156 e le anteriori della vettura di Clark vengono a contatto.
Le due auto escono di pista, ma mentre la Lotus si appoggia alla base del terrapieno alto di circa 150 cm e perde inerzia, Von Trips decolla girando come una trottola. La vettura sbalza il pilota, che muore sul colpo, e falcia gli spettatori in cima al terrapieno che sono separati dalla pista solo da una rete di ferro. Il bilancio è terribile, oltre al pilota perdono la vita in 14. La corsa non viene sospesa, ma a quei tempi non usava.
Phil Hill ha intuito la gravità dell’incidente, ma si continua. Per le altre Ferrari la corsa si dimostra difficile dal momento che altre quattro vetture sono costrette al ritiro. Hill passa per primo sotto la bandiera a scacchi e, complice il ritiro di Moss, conquista il titolo. Ai box lo mandano alla premiazione, poi gli dicono cosa sia accaduto. La voglia di festeggiare è poca. Hill porta per la prima volta il titolo mondiale negli Stati Uniti.
Il barone Wolfgang Von Trips, che poteva diventare il primo campione del mondo tedesco della massima categoria, viene sepolto nella tomba di famiglia al cimitero di Kerpen-Horrem. I parenti di lì a poco decidono di dare in gestione il kartodromo che lo stesso pilota aveva fatto costruire per allenarsi. A prenderlo è un certo Rolf Schumacher, padre di due ragazzi, Michael e Ralf, che proprio a Kerpen faranno le prime esperienze al volante e diventeranno due dei piloti più forti in assoluto che la Germania abbia mai avuto.