L’ospite della nuova puntata di Fast Lane è Marco Pulcini. A spingerlo in pista la sua passione sfrenata per il mondo dei motori. Il primo contatto con Ferrari nell’estate del 2020 al volante di una 488 Challenge Evo in Coppa Italia e poi il grande salto nel Ferrari Challenge in occasione delle Finali Mondiali 2020 a Misano.
Il tuo debutto con Ferrari 488 Challenge Evo è dello scorso agosto in Coppa Italia GT a Vallelunga. Ci racconti come è andata e come ti sei trovato con la vettura?
“Fondamentalmente mi sono iscritto alla Coppa Italia solo per conseguire la licenza internazionale e poter partecipare al Ferrari Challenge Pirelli AM in Europa. A causa del Covid, siamo scesi in pista solo quattro volte, con un massimo di tre vetture per ogni gara. In realtà, poi, devo dire che si è rivelata una bellissima esperienza, anche perché è andata molto bene e ho anche conquistato alcuni podi. Inoltre, mi sono trovato a mio agio con la vettura: è stata un’esperienza grandiosa, non avevo mai partecipato a un evento simile correndo con i kart o in altre discipline”.
Come nasce la tua passione per il motorsport?
“Ho sempre avuto questa passione: fin da bambino mi ero avvicinato alle gare in moto, per esempio. Poi ho partecipato ai Corsi Pilota con Ferrari e ben presto mi sono affezionato a quel mondo. E ora sono qui!”.
Qual è il tuo ricordo più emozionante come pilota?
“Il mio ricordo più emozionante è legato alla mia prima gara in Coppa Italia. All’interno dell’abitacolo c’erano 50 gradi e ho davvero richiamato a me tutte le forze per portare a termine la corsa. Alla fine, tagliato il traguardo, sono scoppiato in lacrime dalla gioia perché era la mia prima esperienza ed ero riuscito ad agguantare il podio. E’ stato incredibile”.
Come riesci a conciliare il lavoro e l’attività in pista?
“Ottima domanda. Non è per niente semplice perché il lavoro mi porta a viaggiare molto e di conseguenza occupa molto tempo nella mia vita. La sede è a Monaco ma di fatto sono sempre in posti diversi. Mi aiuta il fatto di essere una persona determinata: l’allenamento fisico e quello mentale rappresentano un valido supporto, mi aiutano a mantenere la calma e organizzare il mio tempo, trovando spazio per tutto ciò che desidero fare”.
Ci puoi descrivere il tuo casco e svelarci che significato hanno i vari colori?
“Il casco è stato creato da un mio caro amico: un ragazzo italiano che si è fatto da solo, è partito da zero e oggi disegna caschi anche per piloti di Formula 1. Ci siamo seduti intorno a un tavolo e insieme abbiamo ideato lo stile del mio casco. Poi sul retro ho deciso di apporre il noto personaggio dei cartoni, Taz-Mania: la mia famiglia mi chiamava con questo nome perché ero sempre in giro, non stavo mai fermo, esattamente come il Diavolo della Tasmania. E poi, ovviamente, i colori della bandiera italiana perché amo il mio Paese”.