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Passione

Il variegato universo Ferrari

La rete dell’Estremo e del Medio Oriente va da Seoul a Sydney, da Kuala Lumpur al Kuwait. In mezzo c’è Singapore. Uno staff internazionale composto da cinquanta persone di talento che parlano diverse lingue, tutte con un unico obiettivo: la soddisfazione del cliente
Testo: Daniele Bresciani
Foto: Mindy Tan, James Whitlow Delano, Petros Ktenas, Arun M. Nair

Stendi davanti a te una cartina geografica e prendi un compasso. Aprilo, posizionalo su Singapore e traccia un cerchio. La sua circonferenza toccherà il Giappone, l’India, gli Emirati Arabi e l’Oceania; all’interno del cerchio vedrai i Paesi che formano l’Hub dell’Estremo e del Medio Oriente. È composto da diciotto Paesi ed è senza dubbio l’Universo Ferrari più variegato. La sede centrale in Estremo e Medio Oriente, chiamata l’“Hub”, si trova a Singapore, con filiali a Tokyo e Sydney, mentre l’Ufficio Regionale è a Dubai.

A questi possiamo aggiungere i mercati di India, Corea del Sud, Indonesia, Malesia, Thailandia, Nuova Zelanda, Filippine, Vietnam, Arabia Saudita, Libano, Oman, Qatar, Kuwait e Bahrain. Tutti questi luoghi sono evidentemente accomunati dalla grande passione per il Cavallino Rampante, che sia radicata o più recente. Eppure sono Paesi molto diversi tra loro per cultura, lingua, moneta e fusi orari.

Lo staff dell'ufficio di Dubai, da sinistra a destra: Francesco Marchionna, Leandre Rafflegeau, Lorenzo Bernadoni, Lamis Abdul All, Ayesha Mir, Aurelian Sauvard, Helmi Sghaier, Silka Oekermann, Thibault Dussarrat e Giorgio Turri

“Se dobbiamo organizzare un meeting” scherza Dieter Knechtel, Hub Manager austriaco in Ferrari dal 2015, “dobbiamo farlo alle due del pomeriggio a Singapore, quando sono le dieci di mattina a Dubai e le cinque del pomeriggio a Sydney”.

Tenendo conto di tutte queste differenze, il team gestito da Knechtel – 54 persone che lavorano tra Singapore, Tokyo, Sydney e Dubai, molte delle quali sono state fotografate per questo servizio nelle loro rispettive sedi – è composto da uomini e donne di dodici diverse nazionalità, molti provenienti da altre regioni.

“Con mercati così diversi è più che mai fondamentale avere persone con esperienza per poter impostare il giusto modo di operare. Allo stesso tempo, siamo consapevoli che dobbiamo sempre seguire le linee guida di Casa Ferrari”.

Il personale della filiale di Tokyo, in seconda fila da sinistra: Donato Romaniello, Shoichi Tamai, Federico Pastorelli, Axel Dijoux. Prima fila da sinistra: Rie Tanihata, Kyoko Iwata, Mitsuko Takagi, Daiki Okajima

In realtà l’enorme area geografica comprende alcuni dei mercati più storici e importanti del marchio. Anche se si racconta che la prima Ferrari acquistata da un cliente asiatico fu la 340 America di Johnny Ysmael nelle Filippine, è in realtà l’Australia a vantare il primo modello importato: una Ferrari 212 Export Coupé, nel 1952. L’anno scorso il Paese ha quindi potuto festeggiare il 70o anniversario del suo legame con Maranello, con un’edizione regionale dell’Universo Ferrari.

Il mercato australiano ha la particolarità di avere il più elevato numero di donne tra i suoi clienti, come evidenziato durante il tour per il 75o anniversario di Ferrari che ha visto 110 partecipanti al voltante di 55 auto sfilare da Gold Coast a Sydney. Allo stesso modo, senza dubbio il mercato più grande è quello giapponese, dove la Ferrari Purosangue è stata presentata a Kyoto lo scorso novembre.

Il team di Sydney, da sinistra: Theodora Vagenas, Jan Hendrik Voss, Joshua Degrassi, Alberto Leonardi, Vincenzo Bombardiero, Ryan Lewis, Andrew Yeung e Gary Exall

“Il rapporto tra Ferrari e il Giappone, iniziato cinquantasette anni fa, è forte e duraturo”, continua Dieter Knechtel. “E proprio qui vivono alcuni dei più importanti collezionisti di Ferrari di tutto il mondo. 

In Estremo Oriente, la Corea del Sud è indubbiamente una delle aree in cui Ferrari cresce più rapidamente, con una clientela che, rispetto alla media, è molto giovane ma che ha comunque una grande passione per il marchio. Allo stesso modo, guardando il Medio Oriente, stiamo assistendo a un’espansione significativa dell’Arabia Saudita, un Paese che sta investendo nel futuro e che sta vivendo un rapido cambiamento.

Poi, ovviamente, c’è Singapore, il punto in cui abbiamo posizionato il nostro compasso immaginario, dove, alla fine dello scorso anno, il Ferrari Club Challenge è stato lanciato nel sud-est asiatico. “È il cuore dell’Hub”, conclude Knechtel. “Un Paese piccolo, modernissimo, con elevati standard di vita e una grande concentrazione di Ferrari. Qui l’innovazione tecnologica è all’ordine del giorno, c’è un amore profondo per le auto e il motorsport e sappiamo che i nostri clienti sono competenti ed esigenti: renderli felici è il nostro obiettivo”.

Foto di copertina: Lo staff del Far and Middle East Head Office a Singapore, da sinistra: Danilo Trapani, Jade Fariello, Hui-Ping Lim, Laurent Flucklinger, il responsabile dell’Hub Dieter Knechtel, Francesco Sozzi, Charles Geneste

09 maggio, 2023