Il debutto in calendario di questa pista e del Paese che la ospita
arrivò nel 1986 quando destò non poco scalpore l’inserimento di una gara
al di là della cortina di ferro, in un periodo in cui la guerra fredda
era ancora una realtà. Eppure ancora oggi il GP di Ungheria attira
l'attenzione nonostante l’Hungaroring (4.381 metri) sia stretto, breve,
lento, sempre sporchissimo e dai sorpassi difficilissimi. I piloti si
dividono di fronte a questa pista: la odiano o la amano. Il tracciato ha
diversi tipi di curve, frenate importanti, ma anche punti da percorrere
a bassa velocità. Tra i passaggi più esaltanti di sicuro la curva
cinque che è anche cieca e propone alcuni cambiamenti di inclinazione
che aumentano la percezione della velocità. L’asfalto ha normalmente
poco grip quando si comincia a girare il venerdì, poi migliora man mano
che le vetture depositano gomma sul tracciato. Negli ultimi anni la
qualità del manto è molto migliorata mentre in passato era estremamente
irregolare. Il caldo intenso rende spesso la gara una maratona per il
fisico. La Scuderia Ferrari Mission Winnow ha vinto qui sette volte, la
prima con Nigel Mansell nel 1989, l’ultima con Sebastian Vettel nel
2017.
Qui i sorpassi sono merce rara. Alla prima curva ci si può
provare, specie con l’aiuto del DRS. Qui si ricorda ancora la manovra di
Nelson Piquet ai danni di Ayrton Senna, con una derapata degna di un
rallista anziché di un pilota da pista.
Uscendo bene dalla curva 2 si arriva in questa piega a sinistra in discesa che si presta a differenti interpretazioni di traiettoria. Poco più avanti nel 1989 Nigel Mansell, su Ferrari, superò Senna approfittando di un’incertezza del brasiliano in un doppiaggio.
anno | pilota | modello |
---|---|---|
1989 | Mansell | F1-89 |
1998 | Schumacher | F300 |
2001 | Schumacher | F2001 |
2002 | Barrichello | F2002 |
2004 | Schumacher | F2004 |
2015 | Vettel | SF15-T |
2017 | Vettel | SF70H |