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Una Formula 1 per la strada

Nel 1987 la F40 ebbe un successo travolgente. Otto anni dopo Ferrari ha ripetuto l’impresa con la F50
Testo: Ross Brown - Video: Ollie McIntyre

Presentata al Salone Internazionale dell’Auto di Ginevra nel 1995 per celebrare il 50° anniversario della Casa di Maranello, l’erede della F40 è stata realizzata in realtà con un paio d’anni d’anticipo.

L’auto fu commissionata dall’allora Presidente di Ferrari Luca di Montezemolo e doveva rappresentare l’apice assoluto della tecnologia delle auto stradali. Il compito della F50 era una vera sfida: trasferire tutto il know-how delle corse a una supercar in serie limitata e – per un ristretto numero di clienti – replicare il più fedelmente possibile l’esperienza completa della Formula 1 su strada. 

Guarda il video della leggendaria F50, un'auto che ha replicato su strada l'esperienza della F1

La F50, progetta da Pininfarina, era dotata di un motore sviluppato partendo dal V12 aspirato naturalmente da 3,5 litri che aveva portato la F1-90 a sei vittorie nella stagione 1990 – cinque per Alain Prost e una per Nigel Mansell. Ovviamente per rendere quel potente motore a cinque valvole per cilindro adatto a un’auto stradale era necessario un gran lavoro. La potenza e la coppia con un picco vicino ai 12.750 giri al minuto sarebbero state un problema.

La cilindrata fu quindi aumentata a 4,7 litri e, sebbene l’incremento di potenza rispetto alla F40 non fosse così grande (solo 40 CV in più), i condotti di aspirazione a lunghezza variabile e un impianto di scarico variabile (con valvole by-pass a farfalla nei collettori 6-2-1) hanno reso la potenza e la coppia più accessibili fino alla linea rossa degli 8500 giri. Insieme ai progressi portati a termine su telaio e sospensioni, l’aumento delle prestazioni complessive fu sufficiente per abbassare il tempo sul giro a Fiorano di quattro secondi.

Le linee iconiche della F50 nascondono un motore V12 da 3,5 litri derivato dalla Formula 1 in grado di far scattare la vettura da 0 a 100 km/h in soli 3,87 secondi

Il telaio, progettato in-house dall’avanzato reparto Ferrari Engineering presso la Carrozzeria Scaglietti di Modena, era l’altro elemento che derivava direttamente dalle tecnologie della Formula 1.

La monoscocca era in fibra di carbonio pre-preg T300 e costruita, insieme alla carrozzeria sempre in fibra di carbonio, da ATR in Italia. In un altro diretto richiamo alla monoposto, il gruppo propulsore V12 era un elemento portante, imbullonato direttamente al telaio, con le sospensioni posteriori montate sulla scatola del cambio. L’assetto era ancora una volta di derivazione racing, con push-rod e doppi bracci oscillanti su tutto il perimetro e ammortizzatori Bilstein integrati con smorzamento elettronico.

Il risultato? Una vera erede della F40, anche se non è possibile fare paragoni diretti tra le due vetture in termini di tecnologia o sensazioni di guida. La F40 raggiungeva i 324 km/h con un V8 turbocompresso grezzo e senza fronzoli, mentre la F50 raggiungeva i 325 km/h grazie al V12 aspirato della F1-90. 

Questi schizzi di Pininfarina mostrano lo sviluppo iniziale della F50, che mirava a far progredire la Ferrari dopo la popolare F40

E mentre la F40 era stata progettata con un minimo di comfort (c’erano persino dei cavetti da tirare nel vano della portiera per consentirne l’apertura), a livello meccanico la F50 era altrettanto pura, priva di servofreno e servosterzo.

Gli interni, progettati sempre in-house da Ferrari Engineering, erano ancora piuttosto spartani, anche se dotati di un innovativo – per quell’epoca – pannello strumenti con display a LED. La F50 sarebbe stata l’ultima supercar in edizione limitata ad essere dotata di cambio manuale a sei rapporti – la produzione dell’innovativa tecnologia di F1 di cambio con paddle al volante della Casa di Maranello sarebbe arrivata un paio d’anni dopo. 

Ma la grande differenza tra la F40 e la F50 non è da ricercare nelle auto in sé, ma nella linea di produzione. Tra il 1987 e il 1992 sono state prodotte 1.311 F40. E della F50? Appena 349 esemplari tra il 1995 e il 1997. Questo la rende non solo la vettura da strada più simile ad una monoposto di F1 mai realizzata da Ferrari, ma anche una delle più rare. 

Sotto il tetto in stile "targa", gli interni della F50 erano rimasti simili a quelli della F40 per risparmiare peso senza sacrificare l'estetica, motivo per cui la Ferrari era conosciuta in tutto il mondo

Purtroppo Enzo Ferrari non ha mai visto – o meglio, non ha mai “sentito” – la F50 ma il Salone Internazionale dell’Auto di Ginevra del 1995 rimarrà per sempre il luogo in cui Ferrari ha dimostrato al mondo intero la sua abilità ingegneristica grazie alla ricerca incessante dell’innovazione, ad un design estremamente curato e a prestazioni racing.
11 aprile, 2023