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Rivoluzione della specie

Con la 812 Competizione, i maghi di Maranello hanno realizzato una coupé Serie Speciale dalle prestazioni estreme ispirata alle monoposto Ferrari
Testo: Jeffrey Grossbard
Foto: Anton Watts

La 812 Competizione, la nuova serie speciale Ferrari in edizione limitata, si colloca esattamente a metà tra le auto sportive stradali di Maranello e l’ineguagliabile pedigree sportivo del Marchio sviluppato negli ultimi sette decenni di successi sui circuiti di tutto il mondo. 

 

Dopo la presentazione sul famoso circuito di Fiorano e il debutto nordamericano della vettura a Indianapolis, si sentiva l’esigenza di un incontro più privato. Ed ecco il posto giusto per farlo: il Palmer Motorsports Park. Ricavato sulla cima di una collina nelle foreste del Massachusetts, il circuito di Palmer fa pensare a una pista da corsa del passato, nonostante sia stato costruito nel 2015. 

La 812 Competizione non è una semplice evoluzione della 812 Superfast, ma è per molti versi un concetto completamente nuovo

Si snoda su 3,7 chilometri formando quattordici curve, con un dislivello di quasi 60 metri ad ogni giro. Ovunque si notano segni dell’insolita struttura del circuito: le pareti rocciose corrono fino al bordo della pista, dove le barriere di cemento ammortizzate con pareti di pneumatici delimitano le ripide discese verso la valle sottostante. La prima metà del giro è definita da una sinuosa salita su per la collina, mentre la seconda metà è caratterizzata da stretti tornanti che ricordano i momenti più belli di Laguna Seca. 

 

Il lunotto posteriore è interamente in alluminio, con particolari generatori di vortici che creano una forma a spina dorsale per favorire l'aerodinamica

È una frizzante giornata autunnale quando affrontiamo il circuito. A parte alcuni membri dello staff impegnati a prendersi cura della proprietà, nessuno assiste agli eventi sul circuito, ma sicuramente si possono sentire da lontano. Subito dopo il ruggito dell’avviamento, basta un impulso minimo per far scattare la 812 Competizione verso il suo regime massimo, 9.500 giri/min. 

 

L’accelerazione cresce senza sosta, dal minimo alla linea rossa, spingendo l’orizzonte verso il guidatore. È un’esperienza brutale e allo stesso tempo sublime. Brutale nella sua ferocia e intensità, ma sublime nella sua serena disinvoltura. Gli ingredienti che generano un’esperienza del genere possono essere nuovi, ma la ricetta è un classico semplicemente rivisitato per i gusti moderni.  

Lo spoiler posteriore, più alto e largo rispetto alla 812 Superfast, aumenta il carico aerodinamico sull'asse posteriore in velocità; il raffreddamento dei freni è assistito da speciali pinze "Aero"

Il V12 con angolo di 65 gradi montato anteriormente in posizione centrale è un concentrato di materiali e tecniche moderne, come le bielle in titanio e gli alberi a camme riequilibrati. I carburatori sono ormai un lontano ricordo, sostituiti da sistemi di accensione ion-sensing che ottimizzano i tempi di accensione in funzione della situazione del momento. Gli impianti di scarico con tubi dritti hanno lasciato il posto a collettori dalla struttura complessa, filtri antiparticolato e terminali di scarico a vista. Il risultato è familiare e allo stesso tempo esotico, aggressivo e sofisticato. Impossibile raggiungere la linea rossa in modo più veloce o più teatrale. 

 

I rettilinei del circuito di Palmer non sono lunghi, e spesso non sono nemmeno rettilinei veri e propri, ma la tentazione di spingere l’auto ai suoi limiti, soprattutto quando si costeggiano alcune delle pareti rocciose con i finestrini abbassati, è irresistibile. 

Il terminale di scarico rettangolare singolo e il diffusore che si estende per tutta la larghezza della vettura sono entrambi elementi fortemente distintivi della parte posteriore

Ma con appena 3,7 chilometri di asfalto, quattordici curve da percorrere e 830 CV a disposizione, l’esperienza diventa più simile a una serie di accelerazioni tra una curva e l’altra, mentre il circuito si arrampica e si snoda su e giù per la collina. In quei lunghi tornanti e in quelle grandi frenate la 812 Competizione dimostra di essere più di un semplice involucro per un motore straordinario, e molto più di un’evoluzione della 812 Superfast. 


Come tutte le Ferrari sportive, è stata progettata per eccellere in ogni sfida che possa presentarsi su un circuito. Il sistema di raffreddamento dei freni è stato completamente rivisitato, l’aerodinamica – sia della carrozzeria sia del sottoscocca – è stata modificata. Anche il sistema di sterzo posteriore della 812 Superfast è stato aggiornato per consentire il movimento indipendente di ciascuna delle quattro ruote, mentre il Side Slip Control 7.0 fa il suo debutto sulla 812 Competizione. 


L’elenco dei ritocchi e delle modifiche apportati dai maestri di Maranello è davvero significativo, ma l’esperienza rimane invariata. Non ci sarà mai un rettilineo abbastanza lungo da consentire a chi è al volante di godere appieno della superiorità del V12 della 812 Competizione, ma forse non è questo il punto. Forse il punto invece è l’intensità del momento, che si tratti di tuffarsi tra i tornanti e le curve del circuito di Palmer o di cambiare marcia durante il viaggio di ritorno dal circuito dopo un’incredibile giornata trascorsa a guidare in pista.