Per favorire le manovre di sorpasso, garantendo così un maggiore spettacolo in pista, la Federazione aveva studiato per la stagione 2009 un nuovo regolamento tecnico: una vera e propria rivoluzione per la F1, con monoposto completamente diverse nell’aspetto. Alettone anteriore di larghezza ben superiore al passato, ala posteriore più stretta e più alta, diffusore arretrato, carrozzerie senza sfoghi a feritoia e dispositivi aerodinamici ridotti. E poi possibilità per il pilota di variare l’incidenza dei flap dall’abitacolo, l’introduzione del sistema di recupero dell’energia cinetica (KERS) – il ritorno agli pneumatici slick, 8 motori per pilota nel corso della stagione, stop ai test durante dell’anno. Questi i principali interventi a livello regolamentare in una stagione che vedrà una nuova scala dei valori in campo rispetto alla gerarchia precostituita nel tempo: con la F60 – il cui nome celebrava la sessantesima partecipazione della Scuderia al Mondiale F1 – la Scuderia non riusciva a contrastare l’ascesa di squadre come Red Bull e Brawn GP, quest’ultima sorta sulle ceneri della Honda e con a capo Ross Brawn. In una stagione in cui non mancheranno le polemiche – diverse squadre avevano sfruttato le zone d’ombra del regolamento adottando soluzioni tecniche al limite. La FOTA, inoltre, aveva minacciato di organizzare una serie alternativa in risposta al budget cap proposto dalla FIA – la Ferrari conquistava un solo successo con Kimi Raikkonen a Spa-Francorchamps, mentre un terribile incidente durante le qualifiche del GP di Ungheria metteva fine anzitempo alla stagione di Felipe Massa, sostituito prima da Luca Badoer e poi da Giancarlo Fisichella. Il Mondiale edizione 2009, vinto da Jenson Button e dalla Brawn GP, si concludeva così per la Scuderia con un deludente quarto posto nella Classifica Costruttori.