In un quadro regolamentare che apriva ai motori aspirati con cilindrata di 3500 cm3 e serbatoio libero
e con i motori sovralimentati che venivano invece limitati nella pressione di alimentazione, la Scuderia affrontava la stagione con la F1-87, il cui progetto era stato curato da Gustav Brunner prima dell’arrivo del nuovo direttore tecnico John Barnard, equipaggiata con un nuovo motore turbo V6 a 90 gradi. Dopo una prima parte di Campionato deludente, con due terzi posti di Michele Alboreto come miglior risultato, la Ferrari risollevava le sorti della stagione con un finale in crescendo: dopo la partenza al palo e il secondo posto in Portogallo, Gerhard Berger centrava pole positone e vittoria in Giappone e Australia, con la Ferrari che agli Antipodi conquistava una doppietta.