Ferrari logo

Passione

La Cina ha le sue regole

In soli tre decenni Ferrari ha radicato la propria presenza in numerose città della Cina, una nazione grande quanto un continente. Andando incontro a una clientela giovane che cerca tecnologie avanzate, ma sempre nel rispetto di una cultura millenaria e ricca di tradizione
Testo: Daniele Bresciani - Foto: Pavel Shubskiy

Mentre l’hub Ferrari Far & Middle East Hub di Dubai è caratterizzato innanzitutto da una straordinaria varietà, il centro Ferrari Greater China si distingue al contrario per la sua unicità e per l’omogeneità culturale e linguistica, in un mercato che per dati numerici e dimensioni assomiglia più a un continente che a una nazione.


Lo sa molto bene Giuseppe Cattaneo, imprenditore italiano a capo, dal 2019, dell’hub che, oltre alla Cina continentale, include Hong Kong, Macao e Taiwan: “La prima parola che mi viene in mente pensando alla Cina è ‘rispetto’. Rispetto per una tradizione millenaria ma votata al tempo stesso alle tecnologie più avanzate. Rispetto per una popolazione numerosissima, fortemente legata alle proprie radici, e per una società che si è dimostrata capace di stringere rapporti commerciali in tutto il mondo, con uno sguardo sempre rivolto al futuro”.

Sullo sfondo del famoso quartiere lungofiume Bund di Shanghai, da sinistra: Elodie Zhu, Adriana Chen, Allen Ma, Giuseppe Cattaneo (Presidente di Ferrari Greater China), Henry Wang, Olive Xu, Neo Song, e Ingrid Sun

Il mercato cinese è relativamente giovane per Ferrari. Sotto diversi punti di vista. Il primissimo ordine di un’auto destinata alla Cina continentale risale al 1992: si trattava di una 348 TS, consegnata nel 1993. Dal primo showroom, aperto a Pechino nel 1994, si è sviluppata una rete che oggi conta concessionarie in ben 17 città, tra cui Shanghai, Canton, Shenzhen, Shenyang, Hangzhou, Nanchino, Suzhou, Chongqing, Chengdu, Tsingtao, Xiamen, Wuhan, Kunming, Changsha ed Hefei. Lo scorso anno Ferrari ha festeggiato il trentennale della sua presenza cinese, e lo ha fatto in grande stile. 


Nel corso dell’anno ha organizzato vari eventi, culminati in una serata di gala a Shanghai in cui ha presentato una splendida Ferrari Roma Tailor Made, appositamente realizzata a tema in collaborazione con la designer Jiang Qiong’er. 



Di fronte alla sede di ‘Casa Ferrari’ a Shanghai, da sinistra: Shirley Lin, Jeremy Shi, Tim Yu, Dora Chen, Kiko Zhou, e Flora Chen

L’auto è stata immediatamente venduta e il ricavato, pari a un milione di renminbi, è stato devoluto all’iniziativa benefica “Make-A-Wish Shanghai”, volta a creare spazi educativi in ospedali pediatrici per bambini affetti da gravi malattie. Shanghai era già stata scelta per l’apertura del primo centro Tailor Made fuori dall’Italia, nel 2014; nel 2021, poi, Casa Ferrari ha aperto l’innovativa sede di “Xintai 1920” in un’ex fabbrica tessile situata in uno dei quartieri più interessanti della città e nota per il suo valore storico, completamente rinnovata e riqualificata.


Oltre al mercato della Cina continentale, vanno ricordati anche quello di Hong Kong, che vanta un rapporto di ben 40 anni con Ferrari, e quello di Taiwan, in cui il marchio ha fatto la sua comparsa nel 2006 e conta oggi tre concessionarie: a Taipei, Taichung e Kaohsiung. In particolare, ci sono due clienti – a Hong Kong e a Taiwan – che hanno scelto modelli one-off: la P80/C e la SF51.



Da sinistra: Dora Cao, Deanna Ding, Lucas Lu, Angela Dong, Allen Yao, e Linda Nie

“La nostra clientela è senza dubbio la più giovane rispetto alla media mondiale”, spiega Cattaneo. “L’età media è di 35 anni”. Ma l’hub cinese è giovane e dinamico non solo in termini anagrafici. “Va sottolineato che quasi il 30% della nostra clientela è femminile. La Cina è un mercato dinamico in espansione, in cui negli anni a venire sarà importante lavorare sulla fidelizzazione dei clienti, perché diventino acquirenti affezionati”.


Per gestire un mercato potenzialmente enorme, estremamente votato all’innovazione ma al tempo stesso profondamente legato alla tradizione, serve la squadra giusta. Come spiega Cattaneo: “Il nostro team è costituito da oltre cinquanta persone, quasi tutte cinesi. Ci sono solo tre stranieri, me incluso.



Da sinistra: Sam Shen, Ariel Zhang, Cathy Han, Cathy Wang, Victor Qu, Daisy Qian, Tim Jin, e Jessica Ma

Oltre alla conoscenza della lingua è fondamentale avere persone che sentono l’appartenenza a questa cultura. È un Paese in continua evoluzione, che non si ferma mai: io stesso, che ho lavorato qui in cinque periodi diversi nei miei vent’anni di esperienza in Asia, posso dire di aver conosciuto cinque ‘Cine’ diverse.


Per questo, servono persone che conoscano bene Ferrari e ciò che rappresenta nel mondo, ma che siano anche capaci di capire una clientela giovane e al contempo raffinata. Senza dimenticare mai l’intelligenza sociale ed emotiva delle persone con cui ti confronti”.