Scenario da mille e una notte, con la corsa che parte con il sole e poi si snoda lungo la notte dell’emirato, che bene e spesso ruba la scena alla corsa. La gara a volte si è rivelata una lunga teoria di vetture che non riescono a sorpassarsi lungo i 5.554 metri del giro se non rischiando alla curva 7. Dall’arrivo in Formula 1 del DRS le cose sotto il profilo dello spettacolo sono migliorate. Nel primo settore si trovano le curve veloci, poi ci sono alcune frenate molto dure prima della chicane di curva cinque e un ultimo settore con curve da alto carico nelle quali bisogna essere estremamente precisi perché è facile perdere la traiettoria ideale finendo larghi. Ad Abu Dhabi c’è anche da gestire il fatto che la temperatura della pista va diminuendo man mano che la gara prosegue, di conseguenza è importante pensare ad un assetto che sia in grado di reagire correttamente al calo dei gradi dell’asfalto. Quella di Abu Dhabi è una pista tabù per la Scuderia Ferrari che non vi ha mai vinto: il miglior risultato è il secondo posto, ottenuto nel 2011 e nel 2012 con Fernando Alonso.
Sorpassi difficilissimi qui. Due i punti nei quali è possibile attivare il DRS ma solo uno li consente davvero: dopo la curva 7 si entra sul lunghissimo rettilineo dove si può sorpassare con una certa facilità.
anno | pilota | modello |
---|---|---|
2013 | Alonso | F138 |
2016 | Vettel | SF16-H |
2018 | Vettel | SF71H |