Passione
L’uomo che conquistò la velocità
Da “Cavaliere del rischio” a creatore del Centro Internazionale di Guida Sicura ci sono oltre 60 anni di passione per l’automobile, le corse e la sicurezza. L’incontro con il Cavallino Rampante arriva nel 1967, a 26 anni. Erano due i piloti italiani papabili per la sostituzione di Bandini dopo la tragica scomparsa di quest’ultimo a Montecarlo: De Adamich e Ignazio Giunti.
“Io arrivavo dal Jolly Club”, inizia a raccontare De Adamich, “mentre la situazione di Giunti era diversa. A Vallelunga venne organizzata una gara di un’ora con i prototipi di classe 2000 e l’ing. Chiti inviò due Alfa 33 che avevano appena debuttato. In qualifica fui più veloce e mi aggiudicai la gara con un grande margine. La cosa non passò inosservata e venni convocato a Maranello da Enzo Ferrari.
The dangers Andrea faced while racing led him to create the International Safe Driving Centre
“Concordammo di effettuare un test all’Aerautodromo di Modena. Mi accomodai nell’abitacolo della 312 di Chris Amon, con mezzo busto fuori dall’abitacolo perché non fu possibile regolare i pedali per la mia lunghezza. La vettura più potente che avevo guidato fino a quel momento era l’Alfa Romeo TZ2 da 170 cavalli, non potete immaginare quanto importante fosse il salto prestazionale tra quella GT e una monoposto! Al terzo passaggio, investito dall’aria e senza riuscire a cambiare bene le marce, ricordo che dissi tra me e me “Non è il mio mestiere”. Invece girai fortissimo.
Dopo questo test, Ferrari mi mise alla prova a Monza dove guidai la vettura con cui Amon aveva disputato il GP d’Italia. Questa volta l’abitacolo era stato adattato per me e riuscii a girare quattro decimi più veloce di quanto fece il neozelandese durante le qualifiche. Il successivo test a Vallelunga, con record della pista, mi spalancò le porte della mia prima gara con una F1, a Jarama, in un appuntamento non valido per il mondiale”.
E il primo GP ufficiale?
“Fu subito dopo, in Sudafrica. Disputai la gara con la Ferrari e Chris Amon e Jacky Ickx come compagni di squadra. Affrontai Kyalami senza averla mai vista in vita mia, ma in qualifica fui comunque 2 decimi più veloce di Amon e un 1”3 di Ickx, a parità di monoposto. In gara stavo andando forte quando, in scia ad un’altra vettura, non evitai una macchia d’olio. Mi girai in testacoda andando a urtare con la sospensione i guard-rail. Fui costretto a ritirarmi”.
Drivers in the 60s and 70s were known as the Knights of Risk
Oggi come ieri i piloti ritengono mettersi al volante delle vetture più sicure del pianeta. A quei tempi, invece?
“Tutti i piloti davano per scontato che non avrebbero commesso errori durante la corsa. La preoccupazione derivava dall’eventuale guasto tecnico, anche perché l’affidabilità delle componenti meccaniche non era quella di oggi. Per quanto riguarda le vetture stradali le cose non erano molto diverse. Non c’erano le cinture di sicurezza, non c’erano i paraurti progressivi in caso di incidente: era un mondo che oggi faticheremmo ad accettare”.
La sicurezza, un tema a lei caro tanto da spingerla a creare il Centro Internazionale di Guida Sicura.
“L’iniziativa nacque in seguito all’acquisizione di Alfa Romeo da parte della Fiat. All’epoca esistevano corsi per imparare a diventare piloti, non per guidare in sicurezza. Da qui prese vita l’operazione per promuovere la “guida sicura” che trovò la sua base ideale a Varano. Era una struttura perfetta per far sì che il guidatore si concentrasse sul pilotaggio, in piena sicurezza. L’iniziativa ebbe un successo immediato ben oltre le nostre stesse aspettative”.
Andrea de Adamich met with Ferrari in 1967 aged 26, and immediately impressed with his speed
Come nasce la collaborazione con Ferrari?
“L’allora presidente Luca di Montezemolo, avendo visto il successo dei corsi organizzati per Alfa Romeo, mi convocò e mi chiese di dare vita ad un progetto, che partì nel 1993 con il nome di Corso Pilota, dedicato ai clienti Ferrari. Ancora oggi è un successo enorme, con un’offerta ampia e completa. Chi partecipa ad un nostro corso impara cosa si deve fare per reagire correttamente a situazioni improvvise che, nel nostro caso, vengono ricreate artificialmente.
Sbandate, perdite di aderenza, perdita di controllo in frenata, ad esempio, devono essere gestite senza lasciarsi prendere dal panico e mantenendo sempre il controllo della vettura. Il tutto viene fatto in una struttura che permette di provare e riprovare in sicurezza, seguiti da istruttori pronti a mettere a servizio dei partecipanti la loro esperienza”.