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Un uomo, sette Ferrari V12

09 settembre 2019

Richard Aucock

Peter Holloway possiede una collezione di Ferrari unica composta da sette vetture V12 GT, ciascuna con cambio manuale e motore anteriore. Proprio come avrebbe voluto Enzo, spiega Holloway...


“Ferrari è diventata famosa fin da subito per i suoi motori V12. Sin dagli inizi, Enzo Ferrari ha sempre voluto offrire qualcosa di unico”. Così come tanti altri ferraristi, Peter Holloway ama il motore Ferrari V12. “Tutto ruota attorno alla purezza ed è così che dovrebbe essere una Ferrari. Non c’è niente di paragonabile alla potenza e alla coppia trasmesse da un V12 e credo non esista un rombo più soave”. Soprattutto se il rombo è controllato da un cambio manuale.

Peter è talmente appassionato di Ferrari da essersi creato una collezione unica che celebra il motore Ferrari V12: sette vetture GT con cambio manuale e motore anteriore che rappresentano ogni periodo storico vissuto dal Cavallino Rampante, dagli esordi fino al nuovo millennio. 

“Possiedo Ferrari dal 1980. La prima è stata una 308 GT4 Dino che ho guidato per più di 25 anni. Ma soltanto nel 2006 questa curiosità rimasta a lungo in sordina ha avuto la meglio su di me. Spinto dalla curiosità, decisi di fare un test drive della 575 Superamerica. Un’esperienza memorabile. Guidandola, ritrovai tutto quello che mi aspettavo potesse trasmettere un V12. Sembrava semplicemente perfetta”. Peter decise di acquistarla immediatamente e così diede inizio alla sua collezione.

“Il mio obiettivo era fare in modo che ogni auto rappresentasse la sua epoca”, spiega Peter. E da dove poteva iniziare se non dalla 166? “Senza il successo di quest'auto, oggi il mito Ferrari non esisterebbe”. L’auto di Peter è la prima Ferrari venduta in Gran Bretagna (e la nona Ferrari prodotta in assoluto), caratteristica che ne sottolinea ancora di più il valore. Ma come per tutte le sue auto, questo non gli impedisce di usarla. “Io mi considero il custode di queste auto. Non vedo perché dovrei tenerle nascoste, mi piace utilizzarle e se questo vuol dire sporcare i tappetini o la carrozzeria, ben venga. Ho portato Lizzie anche a fare la spesa con la nonna seduta dietro”.

Sì, Lizzie, perché Peter ha dato un nome a ognuna delle sue auto. “Bessie, la 575, è stata la prima e per molti anni l’ho utilizzata per spostarmi tutti i giorni da Norfolk a Londra. È per questo che è quella con più chilometri, ma io ho adorato ogni minuto trascorso insieme a lei”. La collezione ha iniziato a prendere davvero forma soltanto nel 2014, quando Peter è andato in pensione. “Ellie è la 250 GT Coupé Ellena. Ci ho messo due anni per acquistarla, ma ne è valsa la pena”. Di tutte le quasi 50 vetture realizzate dalla Carrozzeria Ellena, oggi in tutto il mondo ne sono rimaste meno di 20 esemplari e uno di questi è quello di Peter. Ricorda ancora quando ha portato Ellie alla CarFest, una grande festa organizzata in Gran Bretagna dagli appassionati di Ferrari e dal famoso attore e regista Chris Evans. “Quando ci ha visto era entusiasta!”

Silvie è la magnifica 365 GTC, anno 1968. Ferrari ne ha realizzate 150 in totale e questa è la numero 26. Così come Ellie, anche Silvie ha trascorso gran parte della sua vita negli Stati Uniti, per questo è così ben conservata, sebbene non sia stata restaurata. A rappresentare gli anni Settanta, invece, abbiamo Poppie, una 365 GTB/4, “conosciuta da tutti come Daytona. È già comparsa su diverse riviste e questo mi rende molto orgoglioso. La Daytona è stata la prima Ferrari di cui mi sono davvero innamorato agli inizi degli anni Settanta e, dopo averne vista una in strada, mi sono convinto a comprare la Dino nel 1980”.

Le ultime due auto acquistate da Peter sono una 412 GT del 1980 e una 456 GT del 1990. “Sono orgoglioso di possedere una 412 perché è il modello che Enzo Ferrari scelse di utilizzare per i suoi spostamenti negli ultimi anni della sua vita. La 456 GT è stata la sua sostituta e personalmente la reputo un’auto sorprendente, perfetta per un vero gentleman. Un’auto in grado di accogliere realmente quattro passeggeri e di raggiungere quasi i 300 km/h”. I loro nomi? Wedgie, per richiamare il caratteristico profilo curvilineo della 412, e Ginnie, un nome che non fa pensare immediatamente alla GT ma “la mia compagna mi ha suggerito di chiamarla così per dedicarla al drink gin tonic, G&T”.

Peter è davvero orgoglioso della sua collezione di Ferrari V12. “Di recente ho pensato a quale fosse il nome migliore per questa collezione e alla fine ho scelto “Twelveolution”. Ormai ho un legame talmente profondo con ognuna di queste auto che non credo potrò mai separarmi da loro”.

09 settembre, 2019