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Mythbusters: la Ferrari quattro porte
Sfatiamo un luogo comune: le Ferrari sono più pratiche di quanto si pensi. Lo stesso Enzo Ferrari prediligeva una quattro posti come mezzo di trasporto personale. La prima fu una 250 GT 2+2 del 1960 e, nonostante i tanti anni in servizio del suo instancabile autista Dino Tagliazucchi, solitamente il Commendatore preferiva sedersi lui stesso al posto di guida.
Eppure non avallò mai il progetto di una Ferrari a quattro porte, soprattutto quando Pininfarina presentò l’elegante concept Pinin nel 1980. Secondo il suo fondatore, la Casa di Maranello doveva produrre coupé e vetture sportive votate al puro piacere di guida. Punto.
Scopri come Ferrari ha creato una quattro porte come nessun’altra
Ma le cose cambiano e, in tempi più recenti, affiora l’idea di “Ferrari diverse per Ferraristi diversi”, una soluzione evidentemente accantonata fino all’arrivo della tecnologia sulla base della quale sviluppare una quattro posti ad alte prestazioni, degna del logo del Cavallino Rampante. Il risultato è la Purosangue, la prova di come una pratica e spaziosa berlina possa offrire tutto l’autentico dinamismo Ferrari. Su questo modello, “quando” e “perché” sono importanti tanto quanto il “come”.
Le ampie conoscenze di Ferrari per quanto riguarda l’alluminio sono state un eccellente punto di partenza. Il telaio della Purosangue è incredibilmente leggero per una vettura delle sue dimensioni e presenta un’elevatissima integrità strutturale. La carrozzeria è composta da alluminio, acciaio ad alta resistenza nei punti nevralgici e fibra di carbonio, soprattutto nel tetto. È relativamente alta, così da offrire un comodo punto “H” e agevolare la salita e la discesa dall’auto senza sacrificare la posizione di guida tipica di ogni Ferrari a cui i clienti, giustamente, non intendono rinunciare.
Enzo Ferrari amava le Ferrari 2+2, ma alla fine non approvò l’elegante prototipo Pinin a quattro porte del 1980
Ma questo innalzamento del baricentro presenta anche sfide in termini di dinamica. Ferrari ha collaborato con il partner tecnico Multimatic per dotare la Purosangue di un formidabile sistema di sospensioni completamente attive con tecnologia a “valvole a spola”, generalmente utilizzata ai massimi livelli del motorsport.
Si tratta di valvole che lavorano in tandem con attuatori elettrici da 48 volt per garantire la perfezione in termini di controllo dei moti di cassa e qualità di guida. Anche l’interazione con il guidatore esprime caratteristiche particolari: le sospensioni attive impiegano infatti accelerometri e sensori in ciascun angolo per interagire con la centralina dinamica della vettura e garantire una reattività ineccepibile. Questo sistema offre ulteriori vantaggi: è più leggero e meno ingombrante di altre configurazioni e perciò rende superfluo l’uso di barre stabilizzatrici.
Il comportamento su strada è inoltre ottimizzato da un 6-way Chassis Dynamic Sensor, mentre il sistema brake-by-wire è stato tarato anche per la gestione di eventuali fondi a bassa aderenza. La Purosangue è una Ferrari in tutto e per tutto a trazione integrale, con una power take-off unit collegata a una coppia di frizioni per trasferire la coppia motrice alle ruote anteriori quando serve. Gran parte della coppia risiede tuttavia al posteriore, per regalare le emozioni di guida tipiche di una Ferrari.
Con sospensioni attive, motore V12 e trazione integrale, la Purosangue ridefinisce il concetto di quattro porte
L’incredibile know-how dell’Azienda di Maranello si ritrova in altri aspetti della vettura: la Purosangue è particolarmente efficiente dal punto di vista aerodinamico, soprattutto per una vettura di questo tipo. Infatti, quelli che sembrano gruppi ottici sono in realtà canalizzazioni d’aria, mentre sono i sottili LED al di sotto a illuminare la strada. L’aria passa inoltre attraverso gli “aerobridge” che collegano il cofano alla base del parabrezza e ai montanti anteriori su entrambi i lati.
Il paraurti e l’area attorno al passaruota anteriore evocano un aspetto fuoristradistico e si fondono per creare un “air curtain” che sigilla le ruote anteriori, annullando in tal modo le turbolenze generate. Questo è possibile anche grazie al sistema di archi ruota sospesi, brevettato da Ferrari, che separa la parte superiore della vettura dal sottoscocca, più tecnico. Come sempre, forma e funzione vanno di pari passo.
Un viaggio da ricordare: la Purosangue in Nuova Zelanda
La caratteristica forse più sorprendente di questa vettura è rappresentata dalle porte posteriori con apertura controvento: sono state chiamate “welcome doors” e consentono l’accesso a un abitacolo che, nonostante la tipologia di vettura, esprime la quintessenza di una Ferrari. Si tratta di porte elettriche che si aprono e si chiudono tramite una piccola leva sulla porta posteriore. Il team responsabile del design avrebbe preferito eliminare il montante centrale, ma in questo caso è stata data priorità ai requisiti ingegneristici necessari per costruire un telaio con una rigidità ai vertici della categoria. L’abitacolo di questa Ferrari è il primo con quattro sedili regolabili in modo indipendente, con schienali riscaldabili e funzioni di massaggio. Quattro persone adulte hanno abbastanza spazio per sedere comodamente e il bagagliaio ha una capacità di 473 litri.
In sintesi, si tratta di una vettura che sfida le categorizzazioni, tanto più in considerazione del V12 aspirato da 6,5 litri che la alimenta. Come spiega Enrico Galliera, Chief Marketing and Commercial Officer: “Ne abbiamo discusso internamente e siamo giunti alla conclusione che questo modello appartiene a un unico segmento: quello denominato ‘Purosangue’”.