Corse
Un Nuovo Inizio
Sessant’anni fa si aprivano nuovi orizzonti per la Casa di Maranello
Questi grandi uomini avevano raggiunto un successo storico con le auto sportive a motore anteriore V12. Come la 250 Testa Rossa che vinse il Campionato del Mondo Sport Prototipi sia nel 1958 sia nel 1960. Ma in Formula 1 qualcosa stava cambiando e i team passavano a configurazioni a motore centrale (chiamato all’epoca motore posteriore, senza fare distinzione sulla posizione del motore dietro al pilota).
Partendo da questa base di sviluppo, la Casa di Maranello realizzò la sua nuova monoposto di F1 con motore centrale – e la sua nuova auto sportiva sempre con motore centrale. Così il telaio di quest’ultima era molto simile a quello di una vettura di Formula 1 a cui erano state apportate piccole modifiche per ospitare la disposizione regolamentata di due posti. Un vero prototipo sportivo.
Fotografata nel cortile di Maranello, questa prima 246 SP sfoggia l’innovativo elemento aerodinamico dietro il pilota e la coda allungata
Una carrozzeria aerodinamica in alluminio, opera di Carlo Chiti e del suo team, avvolgeva il telaio e il motore montato centralmente. Ingegnere aeronautico di formazione, Chiti fece installare una galleria del vento in scala ridotta a Maranello agli albori dell’aerodinamica. Il risultato fu la 246 SP, con il suo caratteristico musetto a doppia narice “a naso di squalo” (una caratteristica ripresa sulla vettura di F1) e la coda rialzata.
Il musetto a doppia narice “naso di squalo” – risultato di un test effettuato nella galleria del vento in scala ridotta – era presente sia sulla 246 SP che sulla 156 di F1 per le stagioni del motorsport del 1961
Testata a Monza nel marzo 1961, si dimostrò più lenta della monoposto in curva, senza riuscire a recuperare il distacco sui rettilinei. Insieme a Richie Ginther, l’eccezionale collaudatore del team – nonché ingegnere aeronautico qualificato – Chiti fece degli esperimenti.
Conosciuto come “Dino”, il motore con angolo di 65° e doppio albero a camme in testa nel corso degli anni è stato costruito in diverse capacità. Fu utilizzato per la prima volta nel 1956 sulle Ferrari a motore anteriore. Sulla 246 SP con 2417 cc di cilindrata, il blocco del V6 era stato rifuso per la trasmissione e l’azionamento posteriore
Una vera rivoluzione per quell’epoca. In quel periodo l’aerodinamica era qualcosa di estremamente rivoluzionario e Ferrari disse ai giornalisti e ai team rivali interessati all’argomento che quella soluzione evitava che la benzina schizzasse sullo scarico caldo durante il rifornimento.
Durante i test a Monza è stata rimossa la carrozzeria posteriore della 246 SP, così era più veloce in curva rispetto al design originale della coda. Questo ha portato allo sviluppo dell’innovativo spoiler posteriore
Partendo proprio da quell’inizio promettente, due 246 SP apparvero alla Targa Florio, dove von Trips e Olivier Gendebien ottennero la prima grande vittoria per una Ferrari a motore centrale.
Per la stagione 1962, la 246 SP portò allo sviluppo di una serie di auto da corsa – tra cui una 196 per la categoria 2.0 litri e due varianti V8 – per partecipare a più campionati e classi. La loro presentazione a Maranello nel mese di febbraio ha un po’ oscurato il debutto di una certa 250 GTO...
Ricardo Rodríguez e il campione in carica di F1 Phil Hill sono arrivati secondi alla prima 3 ore di Daytona del 1962, che diventerà un evento di endurance di 24 ore solo nel 1966
L’evoluzione a Maranello proseguiva senza sosta e il 4 marzo 1963 venne presentata la prima Ferrari a 12 cilindri a motore centrale. La 250 P segnò di fatto la fine della 246 SP, ma la nuova auto da corsa non sarebbe esistita senza il suo pionieristico predecessore. Ha vinto a Sebring, Le Mans e al Nürburgring nella corsa per il titolo al Campionato del Mondo Sport Prototipi del 1963.
Cosa sarebbe accaduto dopo?