Giovinazzi descrive la pista di Sakhir

Maranello 29 ottobre 2025

Alte velocità e frenate decise caratterizzano il Bahrain International Circuit, sede dell’appuntamento conclusivo del FIA World Endurance Championship. Sul tracciato, lungo 5,412 chilometri, le vetture raggiungono velocità di punta intorno ai 300 km/h. La gestione delle gomme è un punto-chiave sulla pista di Sakhir che, per caratteristiche tecniche, sottopone pneumatici e impianti frenanti a un notevole stress. “Il circuito del Bahrain è molto duro, sia per le vetture sia per il pilota, ma permette di effettuare molti sorpassi, una caratteristica rende la gara divertente” spiega Antonio Giovinazzi, che condivide con Alessandro Pier Guidi e James Calado la 499P numero 51. 

Un contesto unico nel panorama del FIA WEC. “La pista di Sakhir si distingue da tutte le altre – prosegue il pilota italiano –. Tra gli elementi-chiave vi sono le temperature e la luminosità variabili, considerato che si inizia in pieno giorno e si termina ben oltre il tramonto, con aria più fresca e sotto i riflettori accesi”. La 8 Ore del Bahrain, da tradizione, collocandosi al termine della stagione iridata ha permesso al pubblico di assistere a gare molto combattute. “I punti in palio sono fondamentali – prosegue Giovinazzi – e il fatto che vi siano tanti punti di sorpasso rende la corsa molto movimentata. Il pubblico può così assistere a uno spettacolo notevole, e anche noi piloti ci divertiamo”. 

La combinazione tra alte velocità e notevoli frenate è un altro fattore caratteristico del Bahrain International Circuit. “Basti pensare al rettilineo di partenza, molto lungo, dove raggiungiamo velocità altissime e arriviamo a curva 1 passando dalla settima alla prima marcia. Si tratta di una curva molto lenta dove in uscita è difficilissimo gestire la trazione” spiega nel dettaglio il pilota vincitore della 24 Ore di Le Mans del Centenario, nel 2023. “Anche in curva 4 la trazione va gestita al meglio considerato il cambio di pendenza che porta, in discesa, a prepararsi verso curva 5, la più veloce di tutte, seguita in successione da curva 6 e 7, dove è fondamentale attaccare i cordoli”. 

Tra gli altri punti nevralgici di Sakhir Giovinazzi sottolinea “curva 8, con una frenata in discesa dove è facile bloccare le ruote”, e curva 12, “che in qualifica si percorre a pieno gas, mentre in gara è necessario gestire la velocità al meglio per evitare di sottoporre le gomme a un eccessivo degrado”.