Ferrari logo

    Tech Talk: la strategia del GP della Toscana  Ferrari 1000

    It was an historic Grand Prix at the Mugello circuit yesterday for several reasons.

    Maranello 14 settembre 2020

    Al Mugello Circuit, certificato nel weekend ISO 20121 per la gestione sostenibile degli eventi, è andata in scena una gara caotica e particolarmente complessa dal punto di vista delle scelte da compiere al muretto

    Un Gran Premio che passerà alla storia quello svoltosi ieri al Mugello Circuit. Per la prima volta il Campionato del Mondo di Formula 1 ha fatto tappa sull’autodromo toscano di proprietà della Ferrari e proprio lì la Scuderia ha festeggiato il suo millesimo Gran Premio nella massima categoria automobilistica. Una gara spettacolare e ricca di episodi, su un tracciato impegnativo per piloti e vetture e che proprio in questo weekend ha ricevuto un ulteriore importante riconoscimento come la certificazione ISO 20121 per la gestione sostenibile degli eventi. È il primo circuito al mondo ad ottenerla da parte dell’ente di certificazione TÜV.

    Le celebrazioni per il millesimo Gran Premio non hanno soltanto caratterizzato la domenica in pista – spettacolari le esibizioni di Mick Schumacher al volante della F2004 che suo papà Michael portò alla doppietta iridata nel 2004 insieme a Rubens Barrichello e al lancio dei paracdutisti del Reparto Attività Sportive dell’Esercito di stanza a Pisa, presso il Centro Addestramento di Paracadutismo della Brigata “Folgore”, che hanno portato a terra un Tricolore di 400 metri quadri e una bandiera della Scuderia di 300 – ma anche il cuore della città di Firenze, Piazza della Signoria, illuminata sabato sera da uno show di luci e immagini proiettato sulla facciata di Palazzo Vecchio e invasa da più di ottomila visitatori che, sempre rispettando le norme di distanziamento sociale, nel corso della giornata di domenica hanno potutto vedere da vicino cinque fra le monoposto Ferrari di Formula 1 che hanno dato lustro alla fantastica storia del Cavallino Rampante, accompagnate dalle vetture stradali attualmente nella gamma della Casa di Maranello.

    L’unica, peraltro fondamentale, nota stonata del fine settimana è stato il risultato finale del Gran Premio, che ha visto le due SF1000 chiudere all’ottavo e al decimo posto, rispettivamente con Charles Leclerc e Sebastian Vettel. Per capire come la Scuderia aveva approcciato il fine settimana su una pista che era al suo debutto nel campionato e su cui l’ultimo vero test risaliva al 2012, abbiamo incontrato Iñaki Rueda, Head of Race Strategy.

    “Su una pista nuova ci sono tante incognite in più perché mancano i riferimenti: non soltanto relativamente all’assetto ma anche a fattori come il tempo perso per un pit-stop, la possibilità di sorpassare e, soprattutto il degrado degli pneumatici. Per quanto riguarda i sorpassi, uno degli elementi molto difficili da simulare, la FIA si era detta disponibile eventualmente ad estendere la zona di utilizzo del DRS, ma dopo le prove del venerdì si è visto che la conformazione del circuito in realtà offriva delle possibilità, sia per il degrado delle gomme anteriori, che poteva portare i piloti in difficoltà ad uscire più lenti dalle ultime curve veloci, sia per la possibilità di avere alla prima curva più di una buona traiettoria”.

    Una circostanza quest’ultima che ha visto protagonista in negativo proprio Charles.

    “Purtroppo sì ma prima è necessario fare un passo indietro. Alla vigilia pensavamo che fosse possibile fare una sola sosta, partendo con le Medium e chiudendo con le Hard ma con un rettilineo di partenza così lungo il rischio di perdere posizioni al via era comunque molto alto. Quindi il piano era, una volta scelte le Soft, provare di arrivare al giro 25 per poi passare alle Medium e, se fosse stato necessario anticipare prima del giro 20, passare alla doppia sosta. Dopo una buona qualifica e una bella partenza, Charles era terzo ma la prima bandiera rossa ci ha posto di fronte a un’alternativa: passare alle Hard e provare ad arrivare in fondo, risparmiando potenzialmente i 22 secondi del pit-stop (il regolamento impone di usare almeno due tipi di gomme da asciutto, non di dover effettuare una sosta), oppure puntare subito sulla doppia sosta, optando in tal caso per restare sulla mescola più morbida. Provare la sosta unica poneva una duplice incognita: quanto potevamo contare su una gomma prestazionale alla fine della gara e quanto sarebbe stato penalizzante partire da fermi con le Hard. Considerato tutto ciò, abbiamo quindi deciso di ripartire con le Soft per fare un’ulteriore sosta per passare alle Medium”,

    Le cose però non sono andate in questa direzione.

    “Charles è riuscito a tenere la terza posizione fino al giro 17 ma da lì in avanti ha accusato un degrado sempre crescente e più alto rispetto agli altri, perdendo posizioni tanto che al giro 21 è rientrato ai box per passare alle Hard. All’inizio il passo non è stato male ed è riuscito a fare l’undercut su Perez e Norris, anche se non è bastato, visto che entrambi poi lo hanno risuperato. Speravamo comunque di arrivare fino in fondo e, eventualmente, di riguadagnare qualche posizione.”

    E la gara di Sebastian?

    “Coinvolto nell’incidente del primo giro alla curva 2 dove aveva perso l’ala anteriore, Seb è tornato subito ai box per montare un set di Medium, poi per la prima ripartenza abbiamo optato per le Soft per poi passare alle Hard al giro 18, seguendo la stessa sequenza di Charles. Poi c’è stata una nuova interruzione è tutto si è azzerato”.

    L’ultima fase è stata una sorta di sprint race: si poteva fare qualcosa di diverso?

    “No, non aveva senso inventarsi niente con appena 13 giri da percorrere. Purtroppo a complicarci la vita c’è stato anche il fatto che siamo dovuti partire dal lato sporco della pista, visto che al momento della bandiera rossa Charles era ottavo e Sebastian decimo. E con tanti passaggi sulla traiettoria ideale, ai suoi lati si erano accumulati tanti residui di pneumatici, in inglese ‘marbles’, che hanno reso lo scatto da fermo meno efficace, tanto che entrambi i nostri piloti sono stati superati da Romain Grosjean e Kimi Raikkonen, che fra l’altro avevano avuto la possibilità di riscaldare meglio le gomme visto che erano tornati pista prima degli altri per sdoppiarsi: un vantaggio non enorme ma nemmeno trascurabile. Alla fine siamo almeno riusciti a portare entrambi i piloti in zona punti ma è chiaro che il livello della prestazione in gara non è stato accettabile. Charles e Seb hanno fatto del loro meglio: sta a noi dargli una vettura in grado di farli lottare per posizioni più adeguate di quelle per cui hanno battagliato ieri”.