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    Tech Talk: l’analisi tecnico-strategica del Gran Premio di Abu Dhabi

    Tech Talk: technical and strategic analysis of the Abu Dhabi Grand Prix

    Maranello 14 dicembre 2020

    Un epilogo deludente di una stagione altrettanto deludente quello andato in scena ieri sul circuito di Yas Marina, un tracciato tradizionalmente molto difficile per la Scuderia. Come consuetudine, abbiamo chiesto a con Iñaki Rueda, Head of Race Strategy, di raccontarci l’approccio al weekend e il suo andamento, con particolare riferimento alla strategia. “Pirelli ha scelto le stesse gomme dello scorso anno per la gara finale della stagione quindi avevamo molti dati di riferimento da utilizzare nella preparazione del weekend. Le Soft di solito su questa pista soffrono per il graining quindi si punta ad evitarne l’uso in gara: è per questo che il passaggio in Q3 con le Medium era l’obiettivo principale delle qualifiche per noi, soprattutto con Charles che avrebbe dovuto scontare sulla griglia la penalità ricevuta in occasione del Gran Premio di Sakhir. Grazie a un ottimo giro in Q2, Charles è riuscito a centrare il target che c’eravamo dati mentre Seb, che con le Medium si è trovato meno a suo agio, ha provato almeno a piazzarsi il più avanti possibile facendo il secondo, decisivo tentativo in Q2 con le Soft. Alla fine, consderato che in Q3 Charles non ha ritrovato lo stesso feeling con le Soft che aveva avuto in Q1, ci siamo ritrovati con i nostri due piloti in dodicesima e tredicesima posizione”.

    Quali erano gli scenari che si aprivano allora in vista della gara?

    “La gara di Yas Marina di solito vede tutti scegliere la sosta singola e quest’anno non ha fatto eccezione. Con Seb abbiamo puntato con decisione a fare un primo stint molto lungo, scegliendo di partire con l’unico set di Hard disponibile e sperando di essere in grado di rinvenire nel finale con una mescola più morbida e nuova rispetto agli avversari. Con Charles, partendo con le Medium, avevamo un margine di flessibilità in più, visto che potevamo decidere di anticipare o ritardare la sosta per il passaggio alle Hard”.

    Come si è evoluta la gara? Qual è stato il momento decisivo?

    “Nel primo giro Seb è riuscito a passare Charles ed entrambi erano alle spalle delle due Renault quando la vettura di Sergio Perez si è fermata nell’ultimo settore (giro 9), portando così la Safety Car in pista, prima virtualmente e poi fisicamente. Per Seb non era un’opzione fermarsi perché sarebbe stato costretto a puntare su una strategia a due soste mentre abbiamo valutato il da farsi con Charles: alla fine abbiamo scelto di restare in pista perché se la maggior parte degli avversari diretti si fosse fermata e avessimo fatto lo stesso ci saremmo ritrovati comunque nel traffico. A quel punto era meglio provare a fare qualcosa di diverso così, quando abbiamo realizzato che Esteban Ocon rientrava ai box abbiamo fatto l’opposto. Ci siamo ritrovati così piuttosto avanti nella classifica ma sapevamo che sarebbe stato temporaneo: tutto dipendeva a quel punto da quanto gli altri avrebbero potuto soffrire alla fine con le gomme usurate.”

    Le nostre soste sono quindi arrivate ben dopo quelle della maggior parte dei piloti.

    “Charles è stato il primo a fermarsi al giro 22. Con le Hard e pista abbastanza libera è stato subito più veloce di 1.3s rispetto al centro del gruppo e potevamo sperare di rientrare in lizza per i punti, visto che c’erano ancora 33 giri. La sosta di Seb è invece arrivata al giro 35, quando ne restavano 20 da fare con un set di Medium: anche lui all’inizio è stato molto veloce – quasi due secondi – rispetto al gruppone di centro e quindi c’era la chance anche per lui di poter provare a tornare in lotta per i punti. Su questa pista i sorpassi però non sono mai facili anche se si ha una vettura più veloce e, soprattutto, nel traffico le gomme si surriscaldano molto così sia Seb che Charles si sono ritrovati a un certo punto senza più margine per cercare di superare chi gli era davanti e le nostre possibilità di raccogliere un piazzamento perlomeno nei primi dieci sono svanite”.

    L’ultima gara della stagione è servita anche per un ulteriore test delle gomme che la Pirelli introdurrà il prossimo anno.

    “Sì, in FP2 venerdì pomeriggio abbiamo potuto testare uno pneumatico pari alla Medium di questo evento. Come prevedibile, i tempi sono stati più lenti ma non è certo questo il senso del test. La Pirelli sta facendo un buon lavoro per produrre degli pneumatici che siano più robusti e possano essere utilizzati con pressioni inferiori a quelle attuali. La cosa più importante era raccogliere dei dati per adattare le nostre vetture del prossimo anno a queste gomme e l’obiettivo è stato raggiunto.”