È una Ferrari con un obiettivo chiaro quella che prende parte al Mondiale di Formula 1 1994. Dopo tre stagioni molto difficili la squadra vuole tornare sul gradino più alto del podio, e gli esiti delle qualifiche del Gran Premio di Germania, che si disputa sulla vecchia Hockenheim, una pista che si caratterizza soprattutto per i lunghi rettilinei che si addentrano nella Foresta Nera, fanno bene sperare il box del Cavallino. Gerhard Berger e Jean Alesi sabato pomeriggio monopolizzano la prima fila della griglia di partenza, con il pilota austriaco in pole position affiancato dal compagno di squadra. Le 412 T1 sfruttano al meglio la potenza del motore Ferrari, mentre i tanti rettilinei non fanno emergere i limiti aerodinamici della monoposto disegnata da John Barnard.
La qualifica, tuttavia, è un conto, la gara è altra cosa. Nulla però può far pensare che il Gran Premio si rivelerà una vera e propria corsa ad eliminazione, con sole otto monoposto che transiteranno sotto la bandiera a scacchi.
A creare una prima selezione è la partenza: Berger e Alesi capitalizzano al meglio il risultato delle qualifiche sfilando in prima e seconda posizione, ma alle loro spalle è il caos, con una serie di contatti che costringono al ritiro ben undici piloti nei primi due giri. Nella lista dei ritirati entra subito anche Alesi, costretto alla resa da un problema di natura elettronica. Non ha invece problemi Berger, che inizia un lungo confronto con Michael Schumacher.
Il tedesco in forza alla Benetton è molto veloce nei tratti guidati, ma Berger sui rettilinei sfrutta al meglio la potenza del motore V12 Ferrari, respingendo ogni assalto. A metà gara Schumacher è costretto alla resa dal cedimento del motore, un ritiro che arriva pochi giri dopo lo stop del suo compagno Jos Verstappen. L’abbandono dell’olandese avviene a causa di un incendio divampato sulla sua monoposto durante il rifornimento di carburante, un’immagine che farà il giro del mondo e che tutti gli appassionati ricordano ancora oggi. Il giovane pilota se la cava con qualche ustione di poco conto.
Nessun problema invece per uno scatenato Berger, che completa i 45 giri di gara con quasi un minuto di vantaggio sulle Ligier di Olivier Panis ed Eric Bernard che tornano sul podio di un Gran Premio a distanza di nove anni dall’ultima volta.
Anche per la Scuderia Ferrari è la fine di un lungo incubo: dopo quasi quattro anni e 58 Gran Premi senza primi posti la squadra di Maranello torna alla vittoria in un Gran Premio di Formula 1, interrompendo un digiuno che durava dal Gran Premio di Spagna del 1990.
La commozione degli uomini in rosso sotto il podio tedesco è più che comprensibile, e testimonia gli sforzi compiuti per completare la rincorsa sui team di vertice. Parlando alla televisione italiana nel corso del giro d’onore Jean Alesi si commuove, sente anche sua la vittoria, perché è stato uno sforzo di squadra da appuntamento alle gare successive: “Questa vittoria è un po’ anche mia, nonostante il mio ritiro di oggi, ma la prossima corsa che vince la Ferrari voglio essere io a far suonare l’inno d’Italia”. È passato più di un anno dall’arrivo di Jean Todt e finalmente il manager francese è riuscito a scrivere la prima pagina vincente del suo ciclo.