Dopo aver assistito a due anni di dominio dell’Alfa Romeo, la Scuderia Ferrari nel 1952 è pronta a dare battaglia. La Casa all’interno della quale Enzo Ferrari era cresciuto come manager e uomo di corse è tuttavia in difficoltà economica e decide di ritirarsi dalle competizioni. Altrettanto fanno gli inglesi della BRM, che stavano progettando una vettura dotata di motore sedici cilindri. Questi eventi non lasciano altra scelta alla Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) che rimodulare il campionato decidendo di disputarlo con il regolamento della Formula 2, e quindi con vetture dotate di motori aspirati della capacità di 2 litri, oppure unità con compressore volumetrico da 750cm³.
La decisione coglie la Ferrari preparata dal momento che la Casa di Maranello fin dalla nascita della categoria era stata protagonista sia in veste ufficiale sia attraverso i propri clienti con il modello 166. La Scuderia per il 1952 ha però pronta una nuova arma, la 500 . Per la classifica di campionato vengono presi in considerazione i quattro migliori risultati ottenuti nelle otto gare del calendario che include, come di consueto, anche la 500 Miglia di Indianapolis, alla quale solitamente i costruttori europei non partecipano. Quell’anno tuttavia Enzo Ferrari decide di iscrivere una macchina per Alberto Ascari, la 375 Special derivata dalla vettura di Formula 1 della stagione precedente. Si tratta della prima e unica partecipazione ufficiale della Casa di Maranello alla celebre competizione americana.
Nel Mondiale la Scuderia Ferrari schiera un tridente formidabile formato da Alberto Ascari , Giuseppe Farina, primo campione del mondo nel 1950, e Piero Taruffi ai quali si aggiungono in un paio di occasioni Luigi Villoresi e il francese André Simon.
A causa della concomitanza con le qualifiche della 500 Miglia di Indianapolis, Ascari è costretto a saltare il GP di Svizzera, che viene vinto da Taruffi. Purtroppo negli Stati Uniti Ascari non ha fortuna, ed è costretto al ritiro per un problema a una ruota. Con due battute a vuoto la sua annata sembra già compromessa, ma dalla terza prova in programma a Spa-Francorchamps, il pilota milanese, di nuovo al volante della 500, si scatena: domina in Belgio, sotto l’acqua, ottenendo un Hat Trick (pole position, giro veloce e vittoria) e si ripete in Francia e in Gran Bretagna con due Grand Chelem (pole, giro veloce e vittoria comandando dal primo all’ultimo giro).
Il 3 agosto si corre in Germania, sul leggendario circuito del Nürburgring da quasi 23 km. Ascari fa poker: domina le qualifiche e la gara fino al sedicesimo giro, quando si deve fermare al box per un rabbocco d’olio. Rientra in pista dieci secondi dietro Farina che raggiunge e supera quando alla bandiera a scacchi mancano meno di quattro km. Per Alberto arriva un altro Hat Trick e il successo gli dà la matematica certezza della vittoria del titolo. Ascari è il primo a vincere il Mondiale con due gare d’anticipo e fa segnare anche un record di precocità nella conquista del campionato che resisterà per ben 13 anni. In quella stagione il pilota italiano trionfa anche in Olanda e a Monza, la gara di casa sua e della Scuderia Ferrari, dove la gente accoglie lui e la squadra come eroi nazionali.