È il 4 luglio 1993: sul tracciato di Magny-Cours è in programma il Gran Premio di Francia. Dal giovedì di quella settimana alla guida della Scuderia Ferrari c’è per la prima volta una persona di nazionalità non italiana. Si tratta di Jean Todt, che come capo di Peugeot Sport il 20 giugno ha appena ottenuto una tripletta epocale nella 24 Ore di Le Mans.
Il presidente Luca di Montezemolo si rende conto che la Scuderia è da ristrutturare e chiama un uomo forte, che governa le squadre con polso, al punto di decidere con il lancio di una monetina, in una tenda di Timbouktou, chi tra i suoi due piloti, sempre in Peugeot, avrebbe dovuto vincere la Parigi-Dakar del 1989. Testa, Jacky Ickx; croce, Ari Vatanen. Quella volta fu croce.
Todt arriva in una Scuderia Ferrari che non vince un Gran Premio da ormai 41 gare, dal successo firmato Alain Prost in Spagna nel 1990. L’anno seguente la vettura non è competitiva, ma la squadra è comunque terza forza del Mondiale. Nel 1992, stagione dominata dalle Williams dotate di sospensioni attive, la squadra italiana mette insieme appena 21 punti e nelle prime sette gare del 1993, con la F93A, Jean Alesi e Gerhard Berger sono riusciti a mettere insieme appena nove lunghezze.
Il Gran Premio di Francia vede il dominio dei motori Renault in qualifica, con le due Williams davanti alle due Ligier. La migliore delle Ferrari è quella di Alesi, sesta, a oltre due secondi dalla pole position, mentre Berger è addirittura 14° ad oltre tre secondi dal tempo di riferimento fatto segnare da Damon Hill.
Alla partenza Alesi viene superato dalla Benetton di Michael Schumacher, mentre Berger scivola da 14° a 15° dopo che il finlandese della Sauber “JJ” Lehto supera l’austriaco sul rettilineo che porta al tornantino Adelaide. Poco dopo Jean deve incassare anche il sorpasso della Jordan di Rubens Barrichello.
Il calvario delle due Ferrari continua. Alesi si ferma per un problema al motore al 48° giro mentre è in nona posizione, mentre Berger attraversa il traguardo doppiato di due giri nella stessa posizione in cui era partito: 14°. In quella gara la squadra tocca il fondo.
A partire dalle gare successive inizia una lenta risalita. Il ciclo di Todt si è appena aperto ma qualche miglioramento si vede già in Ungheria e in Italia, Gran Premi nei quali arrivano, rispettivamente, un terzo posto con Berger e un secondo con Alesi. In Australia entrambe le vetture si classificano in zona punti per la prima volta, mentre John Barnard inizia a lavorare sulla 412 T1.
La strada è in salita, ma il percorso è definito.