Il quarto appuntamento della stagione di Formula 1 1961 va in scena il 2 luglio a Reims, in Francia. La Scuderia Ferrari viene da un Gran Premio del Belgio assolutamente dominato, con quattro 156 F1 ai primi quattro posti della classifica.
In testa al Mondiale c’è Phill Hill che guida con un punto di vantaggio su Wolfgang Von Trips e sette su Moss.
Con temperature proibitive, in qualifica la Scuderia impone la propria legge con Hill che ottiene la pole in 2’24”9: un secondo e mezzo il vantaggio su Von Trips, quasi due su Richie Ginther con la terza Ferrari. C’è una quarta 156 F1 al via: è iscritta col numero 50 dalla FISA, Federazione Italiana Scuderia Automobilistiche. La guida un debuttante, Giancarlo Baghetti.
Questo giovane pilota, figlio di una agiata famiglia milanese, si è messo in luce in due gare di Formula 1 non valide per il Mondiale. Baghetti, con la vettura della FISA, ha esordito in Formula 1 nel Gran Premio di Siracusa, in Sicilia, in una gara che vede presente tutte le stelle dell’automobilismo. Sorprendentemente l’italiano è secondo in qualifica e in corsa trionfa davanti alla Porsche di Dan Gurney con cinque secondi di margine. Lo statunitense è l’unico capace di tenere il suo passo, lo svedese Joakim Bonnier, con l’altra Porsche è terzo ma doppiato. Pochi giorni dopo si disputa il Gran Premio di Napoli, sulle stradine di Posillipo: il parco avversari è meno qualificato ma Baghetti, terzo in qualifica, sbaraglia la concorrenza doppiando tutti e portando dunque a casa il secondo successo in altrettante gare di Formula 1. I risultati spingono Enzo Ferrari e la FISA a mettere alla prova il ragazzo sul palco scenico del Mondiale.
La Ferrari numero 50 non brilla in qualifica, ma è difficile improvvisare sul velocissimo circuito di Reims, lungo ben 8,3 km. Baghetti si piazza 12°, a oltre cinque secondi e mezzo da Hill, dopo aver vissuto anche un brivido. Mentre, con Bruce McLaren in scia, è lanciato sul rettilineo che porta alla Virage de Thillois, l’ultima curva, si trova quasi di fronte una vettura stradale nera che procede contromano. I commissari di percorso segnalano il pericolo e solo all’ultimo l’ignaro guidatore si butta fuori strada per evitare uno scontro frontale che avrebbe certamente esiti fatali.
Domenica 2 luglio alle 14.15 il caldo è soffocante e l’asfalto è scivoloso perché il bitume tende a sciogliersi creando una sorta di poltiglia. Al via le tre Ferrari scattano perfettamente e solo Moss con la Lotus di Rob Walker riesce a tenerne il passo. A qualche centinaio di metri c’è il resto del gruppo, con una vettura dietro l’altra nel tentativo di sfruttare al meglio la scia. Baghetti è partito bene: è decimo ma rapidamente risale fino alla sesta posizione.
Al giro 13 Hill e Von Trips invertono le posizioni per ordine di squadra, mentre Ginther è terzo davanti alla Lotus di Jim Clark e a Baghetti, quinto con alle spalle diverse vetture inglesi più le Porsche di Gurney e Bonnier. Al 18° passaggio Von Trips è ai box con una perdita d’acqua causata dal caldo fuori norma e si ritira. Al 30° giro Hill guida su Ginther, mentre Baghetti, Clark e Gurney duellano per la terza posizione.
Pochi giri dopo una pietra colpisce al naso Clark e, soprattutto, gli spezza gli occhiali. Il pilota inglese impiega un po’ di tempo a indossare quelli di scorta e perde definitivamente il treno di Baghetti e Gurney. Al 32° passaggio sul traguardo passa invece il solo Ginther. Hill è finito in testacoda a Thillois ed è stato colpito da Moss. Il pilota della Lotus si ritira, mentre lo statunitense impiega un giro per riaccendere il motore della sua Ferrari, riprendendo doppiato. Alla tornata numero 42 pure Ginther accosta a bordo pista col motore in panne. Al comando rimangono Baghetti, Gurney e Bonnier.
I destini della Ferrari nel 47° GP di Francia sono nelle sue mani, eppure Giancarlo il debuttante non sbaglia una cambiata, azzecca ogni frenata e ha il sangue freddo per non cadere nei tranelli che due piloti più esperti come quelli della Porsche cercano di tendergli. Il pubblico sugli spalti, capendo che improvvisamente ci sono tre vetture a giocarsi la vittoria, si riprende dalla soffocante calura, dai box non vengono più esposti cartelli: dopotutto nei duelli corpo a corpo sono inutili. Negli ultimi dieci giri ci si gioca dunque il tutto per tutto.
Al giro 42 le Porsche sono davanti alla Ferrari, due passaggi dopo Baghetti è di nuovo leader, e lo stesso accade nelle due tornate successive. La vettura rossa sembra un pianeta cui ruotano attorno due satelliti argentati. Al 49° dei 52 giri in programma le ruote delle vetture si sfiorano in più di un’occasione, ma ad iniziare il penultimo giro sono solo Gurney e Baghetti dal momento che Bonnier sta rientrando ai box con una scia di fumo. Il suo motore ha alzato bandiera bianca.
Gurney alla staccata di Thillois supera Baghetti e passa per primo sul traguardo all’inizio dell’ultimo passaggio. Due ali di folla sono in piedi e guardano le sagome delle vetture scomparire dopo la prima curva. Baghetti nella parte iniziale del giro si riporta in testa ma ancor auna volta, nella curva conclusiva, Gurney attacca in frenata e si presenta in testa sul rettifilo finale. Solo poche centinaia di metri separano la Porsche dalla linea d’arrivo, ma Baghetti non si è ancora arreso e, grazie al fatto di essere uscito meglio dal Virage de Thillois, dopo aver lasciato sfilare il rivale, salta fuori dalla sua scia con un tempismo perfetto che gli permette di precedere Gurney di un decimo sul traguardo. Un solo decimo dopo 52 giri di duelli ininterrotti. Il debuttante ha vinto all’esordio: incredibile. La notizia fa il giro d’Europa, mentre in Italia irrompe nelle radio e il giorno dopo è sulle prime pagine di tutti i giornali: per un giorno Giancarlo Baghetti è l’eroe nazionale.