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    Matùš Výboh gioca in casa a Brno

    Brno 28 maggio 2021

    Giocare in casa scatena sempre una girandola di emozioni: chi si sente a proprio agio, chi sente di dover “dare di più”. Ma nella mente di Matùš Výboh si fa largo un solo pensiero, il medesimo per ogni gara: conquistare il podio. Il pilota slovacco del team Scuderia Praha è carico e pronto a scendere in pista per confermare il proprio ruolo di protagonista nella classe Trofeo Pirelli. Výboh ha parlato delle proprie sensazioni a poche ore da Gara 1.

    Che effetto fa correre sul circuito “di casa” del tuo team? Senti maggiore pressione oppure più motivazioni?

    “Senza dubbio questa circostanza rende la gara ancora più importante, anche perché comunque parliamo del circuito più grande e celebre della Repubblica Ceca. Non possiamo negare però che giocare in casa aumenta notevolmente le aspettative e quindi la pressione sull’intero team, piloti inclusi, dal momento che desideri ardentemente portare a casa un buon risultato. Purtroppo il circuito sarà un po’ scivoloso e quindi piuttosto insidioso per tutti i piloti: vediamo cosa saremo in grado di fare, vedremo cosa gli altri piloti saranno in grado di fare!”.

    Quest’anno sei tra i protagonisti del Trofeo Pirelli, dopo aver battagliato per il titolo tra gli Am nel 2020. Come giudichi la tua stagione fino a questo momento?

    “Abbiamo deciso di salire di categoria e di questo sono molto felice, perché comunque dopo la scorsa stagione il mio approccio psicologico è cambiato: sono aumentate le mie ambizioni ed è cresciuta la pressione prima di ogni gara. E per quanto riguarda quest’anno, sono soddisfatto: sono riuscito ad agguantare il podio e inoltre, quando osservo i tempi, mi rendo conto di essere in grado di tenere testa ai professionisti. Non è male per un pilota che gareggia da due anni!”.

    Al Ferrari Challenge alterni la partecipazione alla 24H Series con la 488 GT3 che guidi assieme a tuo padre e Josef Kral, con ottimi risultati. Quanto è importante l’esperienza acquisita nel Challenge per essere competitivi nelle gare endurance?

    “Volevamo provare la GT3 e così abbiamo partecipato alla 12 Ore del Mugello, su un circuito che è estremamente importante per Ferrari e per la sua storia. Era la nostra prima esperienza e abbiamo ottenuto subito un secondo posto: per questo motivo abbiamo deciso di provarci ancora e nelle due gare successive abbiamo di nuovo raggiunto il podio, sempre secondo posto. Il Ferrari Challenge è completamente differente, però devo dire che le gare endurance mi hanno temprato: mi sento più tranquillo quando sono in pista, riesco a spingermi al limite e rischiare con maggiore frequenza”.