A tu per tu con Yates, di nuovo campione del Ferrari Challenge UK

Maranello 01 ottobre 2025

Quando gli si chiede se si aspettava di rivincere il titolo, risponde secco, aprendosi con un sorriso: “Sì”. Gilbert Yates (Charles Hurst) nella stagione 2025 ha riconfermato il titolo di campione nel Ferrari Challenge Trofeo Pirelli UK, già conquistato nel 2024. Quasi perfetto il suo percorso nei cinque weekend: 9 vittorie in 10 gare (e un secondo posto), 10 pole position su 10. Yates ha dominato il Trofeo Pirelli con 171 punti. Pranav Vangala (HR Owen) ne ha portati a casa 129, Paul Simmerson (Graypaul Birmingham) 105. Lo abbiamo intervistato nel weekend conclusivo di Silverstone, dove Yates ha festeggiato in Gara 1 lo splendido bis.

 

Gilbert, congratulazioni per la riconferma. Più difficile questo titolo o quello 2024?

“Direi questo: Vangala è un pilota giovane e veloce, ogni fine settimana migliorava e la vettura, la 296 Challenge, era nuova, perciò non ero abituato. È stato un reset completo, ho ricominciato da capo. Inoltre, da campione c’erano più aspettative e pressioni nei miei confronti. Quando si esce dal box con l’auto numero 1, vuoi vincere sempre. L’anno scorso ero al primo anno di gare, non avevo aspettative. Il mio coach, Thomas Fleming, mi ha sempre tenuto sotto controllo via radio perché Vangala è stato una minaccia per tutto il campionato”.

Fleming è stato fondamentale per le tue vittorie?

“È un pilota eccezionale, di livello internazionale, d’altronde lo dicono i numeri, non è solo il mio punto di vista. Come coach è fenomenale, non so se gli altri siano al suo livello. Mi piace come analizza i dati, come entra nella mia testa e riesca a capire cosa sto pensando, semplicemente guardando il mio on-board. Attribuisco molto del successo a lui”.

Tra tutte e dieci le tue pole position ci ha colpito la prima a Brands Hatch, con poco tempo a disposizione…

“Ero uscito dal box per scaldare le gomme a inizio qualifica e c’è stato un contatto con un’altra vettura. La ruota anteriore era danneggiata, occorreva tempo per una riparazione. Ormai mancavano 3-4 minuti dalla fine delle qualifiche. Tom è venuto da me e mi ha detto: “esci”. Ma non c’era tempo per scaldare le gomme. Quindi sono semplicemente uscito e ci ho provato. In quel momento ero ultimo: al primo tentativo ho fatto settimo e, quando mancavano dieci secondi dalla fine della sessione, ho iniziato l’ultimo tentativo. È arrivata comunque la pole position. Inoltre, non avevo a disposizione la radio. E poi la vettura non era propriamente a posto. Però ce l’abbiamo fatta. Avevo spinto al massimo, è stato davvero fantastico.

A parte questo episodio, c’è stato qualche momento da ricordare della tua stagione?

“Direi Gara 2 di Brands Hatch, alla domenica, il giorno dopo quella pole position. Mi sentivo davvero a mio agio con la vettura e avevo già accumulato un bel vantaggio in classifica. Non ho mai fatto slittare le gomme, non ho sbandato, non ho sbagliato una curva. È stata la mia corsa perfetta”.

Del calendario britannico quali sono le tue piste preferite?

“Sicuramente Silverstone. Ma anche Donington mi piace molto”.

Nell’ultimo weekend di gara, a Silverstone, hai rivinto il campionato e ha gareggiato anche tuo figlio Bradley: rappresenta un aiuto o un ostacolo?

“Tom mi dice di non preoccuparmi per lui, perché Bradley corre la sua gara. Ma è difficile quando guardi nello specchietto e vedi tuo figlio in un’altra vettura. Dobbiamo entrambi guardare avanti e andare il più veloce possibile. Bradley ha vissuto gli ultimi due anni a Dallas, in Texas (Usa), è un tennista professionista che ha deciso di dedicarsi anche alle corse. Aveva provato la Ferrari 488 Challenge Evo, dimostrando di avere talento. A Silverstone ha ottenuto un terzo posto, perciò l’anno prossimo correrà in questo campionato. Non solo: ha dichiarato che lo vincerà, battendomi. Quindi è meglio che io torni in palestra ad allenarmi”.

Il prossimo anno affronterai anche nuove sfide?

“Innanzitutto, parteciperò, in ottobre, alle Finali Mondiali al Mugello, in Italia, perché ho voglia di affrontare nuove sfide. Penso di rimanere nel Ferrari Challenge UK con Bradley, ma credo di voler anche gareggiare in un paio di gare al Ferrari Challenge Europe, per misurare il mio livello”.

C’è stato subito feeling con la 296 Challenge?

“È un’ottima vettura, è più simile a un’auto da corsa rispetto alla 488 Challenge Evo, ma ho dovuto abituarmi all’inizio al suo sistema frenante”.

Com’è nata la passione per Ferrari?

“Tutti nel mondo dell'automobilismo hanno una passione per la Ferrari”.