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    Q&A: Toni Vilander

    Maranello 22 maggio 2020

    Il due volte campione del GT World Challenge America, Toni Vilander, è il protagonista della rubrica ‘Q&A’, il filo diretto con gli appassionati del Cavallino Rampante nel mondo GT. Il finlandese, due volte trionfatore nella 24 Ore di Le Mans, campione del WEC e vincitore di numerosi altri campionati nazionali ed internazionali, ha risposto così ad una selezione tra le domande raccolte attraverso i profili social @FerrariRaces.

    D: Quando è iniziata la tua carriera?

    R: “La mia carriera è iniziata a sei anni, quando i miei amici e vicini di casa avevano un kart e mi chiesero se volessi unirmi a loro. Ero davvero molto emozionato e dopo quel ‘test’ tornai a casa ripetendo continuamente ‘voglio un kart’ ma i miei erano contrari anche perché non erano molto interessati al mondo delle corse. Per fortuna cambiarono idea e mio padre si interessò molto all’aspetto tecnico dei kart e questo mi aiutò molto all’inizio della mia carriera”.

    D: Qual è la tua Ferrari favorita?

    R: “Ho sempre amato le Ferrari che ho guidato, ad iniziare da quelle con cui ho vinto le due Le Mans. Negli ultimi anni però devo dire che mi diverto al volante della 488 GTD [la GT3, N.d.R.] di Scuderia Corsa, così come la 488 GTLM [la GTE, N.d.R.] con cui sono salito sul podio nell’ultima Le Mans. Se dovessi sceglierne una, la 488 GTE”.

    D: Hai disputato moltissime gare negli Stati Uniti. Pensi mai di tornare nel WEC?

    R: “Avevo la volontà di gareggiare negli USA e sono un po’ di anni che lo faccio. Mi piace molto il modo in cui si vivono ed organizzano le gare negli Stati Uniti, perché è uno spettacolo nello spettacolo. È difficile che torni nel WEC perché sono molto felice di correre qui”.

    D: Parteciperai alla prossima edizione della 24 Ore di Le Mans?

    R: “È stato sinora un anno difficile. Abbiamo iniziato a gareggiare negli Stati Uniti in gennaio, con la 24 ore di Daytona. Poi, in marzo, tutto il mondo è cambiato. In tutta la mia vita non ho mai vissuto niente del genere e lo stesso vale per quasi tutti noi. Per quanto concerne Le Mans, non è ancora sicuro al 100% che io sia al via. Il team Scuderia Corsa ha un entry nella classe GTLM Am e dobbiamo discuterne. Lo stavamo facendo mentre tutto era ancora normale, ma ovviamente tutto si è fermato. Speriamo di tornare presto ad una situazione di normalità e a riprendere a correre, e se tutto tornerà come ci auguriamo, l’annuncio verrà fatto in tempi rapidi”.

    D: Quale vittoria a Le Mans è la tua preferita?

    R: “La prima vittoria è stata molto particolare perché Giancarlo [Fisichella, N.d.R.] ebbe un problema che si concluse con un incidente durante le prove libere e noi fummo costretti a saltare tutte le sessioni. Non ci qualificammo e la macchina fu in grado di scendere in pista in tempo per il warm-up. Se non mi ricordo male pioveva davvero forte e non avevamo la certezza di avere una macchina competitiva per la gara e neanche collaudata a dovere. Quando la corsa iniziò, il passo e la velocità che fummo in grado di esibire furono notevoli e il lavoro dei meccanici nelle ore che precedettero il via davvero formidabile. Tutti fecero uno sforzo immane e noi piloti, io, Giancarlo e Gimmi [Bruni, N.d.R.] ci producemmo in una prestazione all’altezza. Dunque, se dovessi scegliere una vittoria in particolare, direi quella del 2012.

    D: Quali sono i circuiti su cui ti piace gareggiare?

    R: “Ci sono poche piste che non mi piacciono per nulla. I circuiti vecchio stile dove le barriere o i muri sono vicinissimi e il margine di errore minimo sono quelli che preferisco. Per esempio, Watkins Glen, perché è molto veloce e la vettura deve essere ben bilanciata. Il pilota deve correre dei rischi consapevole del fatto che se qualcosa andasse storto il rischio di incidente sarebbe molto alto ”.

    D: Pensi che Kimi Räikkönen potrebbe farti compagnia nelle gare GT in futuro?

    R: “Conosco Kimi da moltissimi anni, siamo amici da quando eravamo bambini. Ci siamo incontrati in pista, in Finlandia, quando avevamo dieci anni. Abbiamo molti ricordi piacevoli assieme. So che molti vorrebbero che Kimi gareggiasse con me nelle competizioni GT ma al momento non c’è niente in programma. È vero che in passato ne avevamo un po’ discusso ma…

    D: Quali sono i tuoi primi ricordi al volante di una Ferrari?

    R: “I miei ricordi risalgono al 2005, quando gareggiavo con Playteam, una scuderia privata, con una 360. Non so quanti di voi lo ricordino, ma il mio compagno di squadra era un giovanissimo Alessandro Pier Guidi. Oggi lo conosciamo tutti molto bene, ma è curioso che entrambi abbiamo iniziato a gareggiare con Ferrari nello stesso anno e per lo stesso team. Per me da lì cominciò un nuovo percorso e nel 2006 disputai alcune gare per il Cavallino Rampante negli Stati Uniti”.

    D: Cosa ti piace dell’Italia e quando hai imparato a parlare in italiano?

    R: “L’Italia occupa un posto speciale nel mio cuore. Ho disputato la maggior parte delle mie gare in Italia dai tempi del kart e questo paese ha dimostrato molto rispetto nei miei confronti, regalandomi più di quanto mi aspettassi. Ci sono molte persone buone, con grande passione, e molti mi hanno aiutato e li ricorderò sempre. Ho imparato a parlare anche l’italiano quando gareggiavo nei kart, dopo aver lasciato la Finlandia da solo quando avevo 17 anni. Con i team italiani ho potuto imparare subito i nomi delle pizze, quindi quelli dei pezzi di ricambio, per poi arrivare alle frasi di senso compiuto. Per questo l’Italia occupa un posto speciale per me”.

    D: Quali consigli potresti dare ad un ragazzo di 15 anni per diventare un pilota ufficiale Ferrari?

    R: “È difficile trovare un percorso predefinito per diventare un pilota ufficiale o riuscire a guidare per Ferrari. La mia carriera è iniziata come un hobby, assieme alla mia famiglia. Ho disputato gare locali, poi regionali, nazionali e quindi quelle internazionali quando avevo però già dimostrato un po’ di talento. Nei primi anni bisogna contare sull’aiuto della famiglia altrimenti tutto è molto più complicato. Dunque suggerirei di iniziare dalle gare locali e, se c’è il talento, procedere. La difficoltà maggiore è data dal fatto che la strada da seguire è complicata. Devi essere veloce, talentuoso, ma anche fortunato da trovarsi al posto giusto nel momento giusto. C’è sempre però una possibilità per chi si impegna duramente”.

    D: Qual è il tuo sogno più grande?

    R: “I sogni cambiano molto durante la propria vita. Quando ero un ragazzino il mio sogno non era quello di essere un pilota ufficiale Ferrari, ma di diventare un kartista professionista e raggiungere un livello tale da trasformarlo nel mio lavoro. Devo dire di esserci riuscito a quasi quarant’anni! Dunque direi che il sogno più grande è quello di vivere una vita sana assieme alla mia famiglia, poi il resto si vedrà. Speriamo di tornare presto a gareggiare. Ad inizio luglio dovrei tornare al volante della Ferrari di Scuderia Corsa nella serie IMSA, sperando che tutto rientri nella normalità. Nel frattempo continuate a fare il tifo per i piloti ufficiali Ferrari e, quando torneremo in pista, passate a salutarci”.

    Per il finlandese sono giunte anche due domande speciali, quelle dei suoi compagni di squadra nel campionato IMSA, Cooper MacNeil e Jeff Westphal.

    D: Qual è il messaggio radio più divertente che hai trasmesso?

    R: “Recentemente i miei messaggi radio stanno diventando un po’ famosi. Durante le gare, come ben sa Cooper, sono uno difficile da seguire. Può essere che nei doppi stint iniziali io chieda all’ingegnere di stare in silenzio, mentre magari quando il mio turno di guida sta per giungere al termine alla radio il mio ingegnere si sente dire ‘dovresti motivarmi, altrimenti mi annoio o mi stanco!’. Dunque riconosco che a volte non sia semplice gestirmi dal muretto. In gara sono uno che non riesce a nascondere le proprie emozioni dunque non è raro sentirmi in imprecazioni o in messaggi come ‘scusate non volevo andare a sbattere contro di lui’… Ci sono molte comunicazioni tra me e il muretto anche se non so quante di queste siano effettivamente utili. Magari nel 2020 assisteremo ad un Toni Vilander più disciplinato alla radio”.

    D: Conosci personalmente Babbo Natale arrivando dal Polo Nord?

    R: “Sono finlandese, la terra delle renne e di Babbo Natale! Rispondo a Jeff: certo che conosco Babbo Natale! Mio padre è di Rovaniemi, la città ufficiale di Babbo Natale!”

    22 maggio, 2020