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potenza inarrestabile

Quella dei motori Ferrari è una curva di potenza alquanto ripida, essendo passata da poco più di 100 CV nel 1947 agli oltre 1000 CV di oggi
Testo: Gavin Green / Video: Rowan Jacobs

I motori Ferrari ne hanno fatta di strada dal 1947 se si pensa che la prima Ferrari 125 S, alimentata da un V12 Colombo da 1,5 litri (il più piccolo V12 di sempre), poteva erogare 118 CV di potenza, mentre la SF90 Stradale dei giorni nostri è in grado di svilupparne ben 1000, una soglia che, come vedremo, è già stata superata dalla SF90 XX Stradale.

Guarda il progressivo incremento dei cavalli vapore erogati dai motori Ferrari dal 1947 fino ai giorni nostri


Ovviamente, lo sviluppo di motori sempre più potenti ha permesso a Ferrari di migliorare nettamente le prestazioni, ma il fatto forse ancora più sorprendente è che anche le doti di guidabilità sono cresciute di pari passo. Le moderne Ferrari sono molto più maneggevoli e controllabili, specialmente ai bassi regimi, e risultano più veloci, più esaltanti, ma allo stesso tempo docili se lo si vuole.

Ma tornando alla curva di potenza: in 77 anni di storia, i progressi sono stati notevoli e con il passare del tempo la curva è cresciuta sempre più rapidamente. 

La prima vettura prodotta da Ferrari, la 125 S del 1947, era alimentata da un motore V12 Colombo da 1,5 litri che erogava appena 118 CV

Nel 1950, i V12 Ferrari sviluppavano più di 200 CV e nel 1959, quando venne presentata la versione più ambita della 250 GT Berlinetta – la passo corto – la potenza aveva raggiunto i 280 CV. Il V12 Colombo era infatti cresciuto a 3 litri, con una potenza più che duplicata, essenzialmente grazie al raddoppiamento della cilindrata, pur continuando a utilizzare un singolo albero a camme in testa, due valvole per cilindro e carburatori Weber per l’aspirazione, esattamente come sulla 125 S del 1947.

Una versione bialbero (doppie camme in testa per bancata) del glorioso V12 Colombo – con un’aspirazione di gran lunga superiore – fu introdotta con la 275 GTB4 del 1966 e un’evoluzione da 4,4 litri di questo stesso motore avrebbe poi spinto la 365 GTB4, meglio nota come Daytona, presentata nel 1968. Forte dei suoi 352 CV, la Daytona era all’epoca la Ferrari più potente della storia; più che un cavallino rampante, un possente destriero pronto a scendere in battaglia: più grande e più muscolosa, si trattava di una Gran Turismo che ben figurava anche in pista, con una velocità massima di 280 km/h che la rendeva la Ferrari stradale più veloce mai vista prima. 


La 599 GTB Fiorano del 2006 montava un nuovo V12 basato sul motore della supercar Enzo Ferrari, e produceva 620 CV - un enorme aumento rispetto alla 575M Maranello che l'ha preceduta

Un nuovo 12 cilindri piatto (sostanzialmente, un V12 a 180 gradi) derivato dalla Formula 1 debuttò nel 1971 sulla 365 GT4 BB, meglio nota come Berlinetta Boxer. Gli anni Settanta furono un periodo difficile per le auto ad alte prestazioni, a causa delle nuove normative sulle emissioni che ne pregiudicavano la potenza; tuttavia, grazie all’iniezione diretta e a sofisticati sistemi di gestione del motore, questi ostacoli vennero prontamente superati. E così, le auto costruite da quel momento in avanti divennero non solo più ecologiche, ma anche più veloci: quando il 12 cilindri piatto fu montato sotto il cofano della 512 TR, erede della Testarossa, la potenza aveva ormai infranto il muro dei 400 CV (raggiungendo i 428 CV, per la precisione).

La F50 del 1995, costruita in serie limitata, superò addirittura i 500 CV, una potenza inaudita eppure non sorprendente, dal momento che anche questo modello montava un motore derivato dalla Formula 1. Con i suoi 515 CV di potenza, la 575M Maranello del 2002 sarebbe stata la prima auto prodotta in serie a sviluppare più di 500 CV. 

Appena quattro anni dopo, la 599 GTB Fiorano avrebbe fatto ancora meglio, montando un nuovo V12 basato sul motore della supercar Enzo Ferrari in grado di erogare fino a 620 CV: una potenza straordinaria, resa possibile da diverse migliorie tecniche (come le valvole a fasatura variabile continua), dall’aumento della cilindrata a 6 litri e dal suo scatto in accelerazione, con un regime massimo che registrava l’impressionante valore di 8400 giri/min. 


Lo stesso motore V12 utilizzato nella 599 GTO – ma portato a una cilindrata di 6,5 litri – è montato sulla Purosangue, che eroga 725 CV

Attualmente, quello stesso magnifico V12, portato a una cilindrata di 6,5 litri, è montato sulla Purosangue e anche sulla 812 (Superfast e GTS), sulla quale tocca gli 800 CV di potenza e un regime massimo di 8900 giri/min. Con 123 CV/litro, si tratta di uno dei motori aspirati più efficienti di sempre, in virtù di raffinatezze come l’iniezione diretta di carburante a 350 bar e i condotti di aspirazione a geometria variabile, che assicurano una potenza elevata e un’eccellente ripresa, anche a bassi regimi.

Ma per raggiungere i 1000 CV c’era bisogno di una tecnologia nuova. Il modello LaFerrari da 963 CV del 2013 è stato il primo ad alimentazione elettrica ibrida, introdotta di recente anche in F1. Nel 2019, sulla SF90 Stradale ibrida plug-in ha esordito un motore turbo V8 da 780 CV abbinato a tre motori elettrici: insieme sviluppano una potenza stratosferica pari a 1000 CV.


La SF90 XX Stradale ad oggi è la road car più potente prodotta a Maranello

La nuova SF90 XX dispone di 30 CV in più e, come sulla SF90 Stradale, i tre motori elettrici supplementari non servono solo ad aumentare la potenza e le prestazioni in generale, ma anche a incrementare la coppia ai bassi regimi e a migliorare la guidabilità. Con soluzioni talmente avanzate che nemmeno un visionario come Enzo Ferrari avrebbe potuto immaginarle, queste SF90 sono non soltanto le Ferrari stradali più veloci e potenti di tutti i tempi, ma anche quelle con i più bassi consumi dichiarati, e possono viaggiare a emissioni zero.

Foto di copertina: L'ultima Ferrari SF90 XX Stradale produce una vertiginosa potenza di 1030 CV, 30 CV in più rispetto alla SF90 Stradale ibrida plug-in