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La magia della "M"

25 gennaio 2021

Ben Pulman

Modificata – modificare, valorizzare ed evolvere, nella continua ricerca del miglioramento delle prestazioni complessive. Questa è l’etica della lettera “M” applicata a una Ferrari. E questa è la sua storia nella Casa di Maranello


La prima Ferrari Modificata, come si conviene, è stata un’auto da corsa, la 512 M, evoluzione della 512 S. Sulla base delle esperienze in gara, i nostri ingegneri hanno introdotto nuove sospensioni e freni più potenti. Il motore V12 più leggero e potente era dotato di testate dei cilindri più efficienti, mentre una carrozzeria più affusolata migliorava l’aerodinamica.

La 512 M esordì in pista nel 1970, alla fine della stagione, sul circuito di Zeltweg in Austria. Un mese dopo, alla 9 Ore di Kyalami in Sudafrica, la 512 M ha ottenuto la sua prima vittoria, dimostrando il valore delle modifiche.

La prima Ferrari da strada a cui fu assegnato il nome di Modificata era il più sviluppato – e il più raro – dei modelli Testarossa. Presentata al Salone di Parigi del 1994, la F512 M sfoggiava fari carenati, sistemi di frenata e sospensioni migliorati e un abitacolo più elegante.

Proprio come con il modello precedente – la 512 TR – il nome si riferiva al motore da 5 litri e al numero di cilindri, in questo caso un 12 cilindri piatto. Un albero motore alleggerito, le bielle in lega di titanio e nuovi pistoni ne aumentavano la potenza a 440 CV.

Una seconda Ferrari V12 stradale Modificata è stata presentata nel 1998: stiamo parlando della 456M GT. Una vera coupé a quattro posti, la lussuosa 456 GT è stata la prima Ferrari moderna a tornare a una disposizione anteriore del motore e alla trazione posteriore, caratteristiche che non si vedevano dalla 412 del 1985.

L’evoluta 456M presentava nuove sospensioni e lievi cambiamenti al design raffinato. Modifiche dettagliate sono state apportate intorno alla griglia del radiatore e alle spie luminose, nonché al cofano e alla forma dei fari a scomparsa.

All’inizio del nuovo millennio, Ferrari ha presentato una berlinetta M, a motore anteriore V12 e trazione posteriore. La 575M Maranello era una revisione sostanziale della 550 Maranello, con il motore ingrandito da 5,75 litri. Qui, per la prima volta, un cambio in stile F1 veniva utilizzato su una Ferrari V12 da strada.

Il design è stato modificato solo per soddisfare le esigenze tecniche della 575M: nuove prese d’aria nella parte anteriore hanno migliorato l’aerodinamica e il flusso d’aria intorno alle ruote e sotto l’auto è stato perfezionato. Un nuovo sistema di controllo ammortizzatori adattivo ad elevate prestazioni controllava indipendentemente tutte e quattro le ruote.

Più di recente, e non meno negli ultimi 12 mesi, sono state due le auto create dalla Casa di Maranello che possono fregiarsi del nome di Modificata, modelli che mostrano una mentalità in continua evoluzione che proviene dal motorsport. Una è la Portofino M, una spider 2+ ricca di novità tecniche e di design. L’altra è la 488 GT Modificata, progettata per eccellere in pista, proprio come ha fatto la 512 M.

La Portofino M, come suggerisce l’iconico suffisso “M”, è un’evoluzione della Ferrari Portofino e, tra le revisioni più notevoli, spiccano un cambio a doppia frizione e otto rapporti e un Manettino a cinque posizioni, novità assoluta per le Gran Turismo aperte della Casa di Maranello. La potenza del motore biturbo è aumentata a 620 CV; le prestazioni aerodinamiche sono migliorate conservando il design armonioso e al contempo nobile e deciso.

Completa il cerchio la 488 GT Modificata. Modello in edizione limitata, incorpora la tecnologia sviluppata per le auto da corsa 488 GT3 e 488 GTE e supera i limiti imposti dalle normative tecniche e sportive per sfruttarne appieno il potenziale. Non più soggetto alle limitazioni del FIA Balance of Performance, il V8 biturbo eroga ora 700 CV, mentre l’intenso sviluppo tra le curve del Nürburgring Nordschleife vede la carrozzeria in fibra di carbonio generare un carico aerodinamico superiore a 1000 kg a 230 km/h.

Questa è la storia della Modificata fino ad ora, ma proprio perché rappresenta la continua ricerca del miglioramento delle prestazioni complessive, non finirà qui.