Già nel 1979 la Scuderia aveva studiato e testato su una 312 T3 laboratorio un comando del cambio elettroidraulico: al posto della classica leva, i cambi marcia avvenivano grazie a due pulsanti sul volante che attivavano valvole elettromagnetiche per incanalare olio in pressione, azionando così i pistoncini impiegati dall’attuatore del cambio. La mancanza di un’elettronica evoluta, però, aveva fatto accantonare tale soluzione. A dieci anni di distanza la Ferrari ripercorreva la stessa strada, aprendo una nuova era in Formula 1 con la rivoluzionaria F1-89, battezzata inizialmente 640 dal numero di progetto, ideata da John Barnard nell’antenna tecnologica di Guildford, a suo ovest di Londra. Dall’innovativa veste aerodinamica, dotata di sospensioni push rod con barre di torsione in luogo delle classiche molle elicoidali, la F1-89 presentava un cambio semi-automatico a 7 marce attivato dal pilota attraverso due alette piazzate simmetricamente dietro al volante. Il pedale della frizione, invece, veniva utilizzato solo in fase di partenza. La fine dell’epoca del motore turbo decretata a livello regolamentare vedeva la F1-89 equipaggiata con un motore aspirato 12 cilindri a V di 65°, accreditato di una potenza di 600 CV a 12.000 giri/min. Nel GP del Brasile la Scuderia, con Cesare Fiorio nuovo Direttore Sportivo, centrava il successo con la debuttante F1-89 e il nuovo arrivato Nigel Mansell. Ma una tecnologia ancora troppo nuova costringerà la squadra a scontare continui problemi di affabilità al cambio nel corso della stagione. A conferma della competitività della monoposto, però, quando la F1-89 tagliava il traguardo era sempre in una posizione a podio: Nigel Mansell conquistava così un’altra vittoria in Ungheria, due secondi e due terzi posti; Gerhard Berger – protagonista nel GP di San Marino di un terribile incidente alla curva del Tamburello, con la vettura avvolta dalle fiamme, da cui usciva con ustioni non gravi alle mani che lo obbligavano a saltare il successivo GP – centrava invece il successo in Portogallo e il secondo posto nel GP d’Italia e Spagna.