Le prime due cifre nel nome della monoposto si riferivano alla cilindrata di 1,5 litri, la terza al numero di cilindri del propulsore V6, accreditato di una potenza di 780 CV a 11.000 giri/min. con una pressione di sovralimentazione di 3,5-3,6 bar, capace di superare, in configurazione qualifica, la soglia dei 1.000 cavalli. Con una striscia di sei podi e due vittorie nelle prime undici gare in calendario, Alboreto – affiancato in squadra dallo svedese Stefan Johansson subentrato ad Arnoux nel secondo appuntamento stagionale – arrivava al GP d’Italia in piena lotta con Alain Prost per il Mondiale Piloti. Ma i continui guasti tecnici accusati nel finale di stagione impedivano ad Alboreto di racimolare anche un solo punto nelle ultime 5 gare, “consegnando” di fatto al rivale francese il primo Mondiale in carriera.