Sin dalle prime ore del mattino il circuito dedicato ai fratelli Rodriguez viene invaso da oltre centomila spettatori che riempiono la capienza delle tribune fino all’ultimo posto disponibile. Si corre il 14° Gran Premio del Messico di Formula 1.
Per i tifosi ferraristi non sembrano esserci le premesse per una giornata trionfale, a causa degli esiti delle qualifiche che hanno visto Nigel Mansell in quarta posizione e, soprattutto, Alain Prost addirittura 13°.
Al via Riccardo Patrese con la Williams sorprende il poleman Gerhard Berger, che cede anche la seconda posizione al compagno di squadra in McLaren, Ayrton Senna. Al 13° giro Mansell si porta in seconda piazza, ma è Prost a catalizzare l’attenzione con un ritmo di gara che gli consente di recuperare posizioni su posizioni, al punto che nella seconda metà di gara il francese aggancia il gruppo di testa.
A quindici giri dal termine Prost passa Mansell, e recupera terreno su Senna, il quale inizia ad accusare problemi con il degrado delle gomme a causa della strategia (diversa da quella della Scuderia Ferrari) che ha portato il brasiliano a rinunciare al cambio gomme.
A nove giri dal termine Prost riesce a portarsi al comando superando Senna alla staccata della prima curva, con il brasiliano che tre tornate più tardi è costretto al ritiro a causa dello scoppio di un pneumatico posteriore. Con Senna fuori dai giochi, Berger e Mansell cominciano quindi un duello per la conquista della seconda posizione, un confronto acceso che si conclude con un sorpasso dell'inglese all’esterno della velocissima Peraltada, l’ultima curva del circuito che, come da nome, è leggermente parabolica.
Si tratta di una manovra spettacolare che a pochi chilometri dalla bandiera a scacchi consente alla Ferrari di cogliere una straordinaria doppietta, e regala a Prost la seconda vittoria nel suo primo anno con il Cavallino Rampante.