Venerdì 6 luglio 1990: il Circuit Paul Ricard di Le Castellet compie 20 anni e li celebra ospitando per l’ultima volta il GP di Francia di Formula 1 fino al ritorno in calendario del 2018. È la settima gara di una stagione che sta rispettando i pronostici e vede ancora una volta il grande duello tra Ayrton Senna, su McLaren, e il campione del mondo Alain Prost che durante l’inverno è passato alla Ferrari ed è reduce dalla vittoria in Messico.
Al Paul Ricard la Ferrari sembra la stessa che ha dominato a Città del Messico. Nigel Mansell conquista la pole position ma tra i piloti soddisfatti dopo le qualifiche c’è anche Prost che è costretto a cercare la posizione in griglia con il motore da gara dopo che quello dotato di più cavalli è andato in fumo nelle prove libere. Il francese è quarto, alle spalle delle due McLaren di Gerhard Berger e Senna.
In vista della gara la preoccupazione principale è legata alle gomme, dal momento che c’è addirittura il timore che possano essere necessarie due soste per completare la corsa. C’è però un team, fino a quel momento insignificante, che ha un asso nella manica. Si tratta della Leyton House, ex March, che propone una vettura molto sensibile alle regolazioni al punto che i piloti, Ivan Capelli e Mauricio Gugelmin, sullo sconnesso asfalto del Messico non sono nemmeno riusciti a qualificarsi. Il progettista, un 27enne di nome Adrian Newey, ha appena lasciato la squadra ma prima di andarsene ha introdotto sulla CG901 un aggiornamento aerodinamico che trova a Le Castellet la propria pista prediletta.
Mentre tutti i team sono preoccupati di arrivare in fondo con una sosta sola, la Leyton House sta preparando il colpaccio: finire la gara senza stop ai box. Al via Mansell viene scavalcato da Berger mentre Senna è terzo davanti a Prost. La prima parte di gara scorre tranquilla e fare la differenza sono i pitstop per il cambio gomme. La Ferrari numero uno rientra al giro 26 e riparte in sette secondi. Poco dopo si ferma anche Mansell mentre le McLaren restano in pista oltre il giro 30. Senna supera Berger che rientra al box e perde 12 secondi, una sosta non buona che però non è nulla confrontata con quella del compagno che ne perde addirittura 16. Tutto si mette per il verso giusto per le Ferrari se non fosse che è ormai chiaro che le due Leyton House, davanti, tenteranno di andare fino in fondo senza fermarsi.
Mansell è costretto al ritiro mentre Prost raggiunge Gugelmin anche se il sorpasso è tutt’altro che semplice. Il nuovo pacchetto aerodinamico della Leyton House permette alla vettura inglese di uscire dalle curve più brillantemente della Ferrari che poi, sul rettilineo, non riesce a sfruttare la superiore potenza del proprio V12 per portare l’attacco. Il brasiliano resiste a lungo ma deve dare strada a Prost che progressivamente si riporta anche su Capelli. È il 60° deli 80 giri in programma e, di nuovo, si cade nell’errore di pensare che per il francese possa essere un gioco da ragazzi passare davanti all’italiano. Capelli, alla migliore gara della carriera, che, di fatto, gli varrà l’ingaggio in Ferrari per il 1992, si difende con le unghie e con i denti e solo a tre giri dal termine cede la prima piazza alla Ferrari.
Prost passa per primo sul traguardo davanti a Capelli e a Senna. Per la Scuderia Ferrari è la vittoria numero 100 in Formula 1, mentre Alain, al secondo successo di fila, riapre i giochi per il Mondiale visto che ora è ad appena tre punti da Senna. Nella classifica delle vittorie ottenute la Casa di Maranello guarda tutti dall’alto: la McLaren è a 83, la Lotus a 79, la Williams a 43. Poche ore dopo, allo Stadio Olimpico di Roma, inizia Germania-Argentina, finale del campionato del mondo di calcio, ma i tifosi italiani la partita più importante di quella giornata l’hanno già vinta.