Il campionato del mondo 1973 si apre in Argentina a fine gennaio. Per la Scuderia Ferrari sarà un anno di transizione nel quale iniziano una serie di cambiamenti che condizioneranno in modo decisivo il futuro della squadra italiana. Enzo Ferrari da tempo non sta bene di salute e si è dovuto allontanare dalla sua squadra, i risultati del 1972 non sono stati all’altezza delle aspettative e Mauro Forghieri è entrato in contrasto con il nuovo responsabile Sandro Colombo quando questi, nonostante il progettista stia già lavorando sulla vettura del 1973, gli chiede di far realizzare la monoscocca della Ferrari 312B3 di Formula 1 non internamente bensì dall’azienda specializzata inglese Thompson.
La prima gara, arrivando così presto nell’anno, vede la squadra schierare una coppia di 312 B2 contrassegnate dai numeri di telaio 005 e 009. Si tratta però di vetture giunte ormai al terzo anno di vita che mostrano segni di obsolescenza. Nel team c’è invece una grande novità a livello di partnership: Philip Morris International ha firmato un importante accordo di sponsorizzazione con la Scuderia Ferrari e i loghi del proprio brand di punta sono rappresentati sui caschi dei piloti, il belga Jacky Ickx e l’italiano Arturo Merzario.
A Buenos Aires fa caldo e le gomme sono al centro dell’attenzione dal momento che l’asfalto è abrasivo e fin dalle cinque ore di prove libere si capisce che il comportamento delle mescole potrebbe seriamente condizionare l’esito della corsa. In qualifica la pole position viene ottenuta da Clay Regazzoni che con la BRM stabilisce il nuovo record del circuito in 1’10”54, ma Ickx è autore di un giro straordinario e con 1’11”01 piazza la sua Ferrari in terza posizione alle spalle della Lotus del campione del mondo Emerson Fittipaldi. Merzario brilla assai meno, visto che è solo 14°, ma per l’italiano c’è più di un’attenuante.
Arturo è indubbiamente il secondo pilota del team e ha dovuto saltare la prima sessione di prove libere per lasciare testare a Ickx entrambi i telai. All’inizio della seconda, sulla vettura scelta dal caposquadra si verifica un problema al motore e così l’italiano deve cedergli la sua 005 vedendosi condannato ad attendere che i meccanici sostituiscano il propulsore sulla 009. All’esordio in Formula 1 sulla pista argentina, Merzario avrebbe beneficiato di quelle sessioni di prove libere e così non va oltre l’1’12”54 che gli vale la settima fila sulla griglia di partenza.
In gara Regazzoni, davanti a oltre centomila spettatori, comanda indisturbato nella prima parte del Gran Premio salvo poi precipitare in classifica nel momento in cui le sue gomme crollano a livello di prestazione. A quel punto davanti si installa un gruppetto formato da Emerson Fittipaldi e dalle Tyrrell di François Cevert e Jackie Stewart. Ickx, con le sue indubbie capacità, è protagonista di una gara in ascesa che lo vede brillare sempre di più man mano che il livello di carburante nella sua Ferrari scende.
Nel finale Stewart va in difficoltà con la propria monoposto e solo per un soffio il belga manca il podio, impossibilitato ad attaccare negli ultimi quattro giri a causa della benzina, che rischia di finire da un momento all’altro. Ickx, che nella smania di recuperare ha chiesto fin troppo al serbatoio della sua monoposto, è bravissimo a centellinare anche le ultime gocce al punto che la vettura si ammutolisce sul rettilineo finale e passa sul traguardo d’inerzia fermandosi pochi metri dopo la linea d’arrivo. Merzario è nono, penalizzato dal fatto di avere progressivamente perso quasi tutte le marce nel corso del Gran Premio.
Quel risultato, ripetuto anche in Brasile e Sudafrica, è il migliore che la Scuderia Ferrari riesce ad ottenere in quella stagione. La 312B3 voluta da Colombo è un disastro e non va oltre un quinto posto in Francia e un sesto in Gran Bretagna. Enzo Ferrari sta meglio e torna alla guida della sua azienda, rimettendo Mauro Forghieri a capo della Gestione Sportiva. Il progettista italiano, anche grazie alle risorse messe a disposizione dalla nuova partnership con PMI, si mette subito al lavoro. Apporta correttivi alla B3 ma, resosi conto che il gap da recuperare è troppo, decide di concentrarsi sulla vettura per il 1974, una monoposto che anticiperà il ciclo vincente che verrà aperto a pieno titolo dalla 312 T del 1975.
Dall’inizio della partnership tra PMI e Scuderia Ferrari, ormai 47 anni fa, sono arrivati complessivamente nove titoli Piloti, 14 titoli Costruttori, 189 vittorie, 168 pole position, 196 giri veloci e 587 podi.